Cosa determina il fallimento di un broker

Partiamo da un “assioma”. Un broker non è immortale. Anche se conduce il gioco, se ha il ‘coltello dalla parte del manico’ e può dettare norme e condizioni ai trader, un broker può fallire.

Cosa determina il fallimento di un broker?

Le ultime settimane sono molto utili per rispondere. Il Franco svizzero, grazie alle decisioni della SNB, si è rafforzato nei confronti dell’euro. Di conseguenza Alpari UK, uno dei più grandi broker in circolazione sul mercato del Forex ha presentato istanza di fallimento. Il management sta ora valutando la possibilità di salvare la società, che però naviga in cattive acque.

Sono anche altri i broker in difficoltà: oltre ad Alpari UK menzioniamo FXCM, quotata alla borsa di New York, Oanda e Swissquote. Sommando i loro conti, pare che la perdita ammonti a circa 1 miliardo di dollari.

Non a caso Fxcm dovrà procedere con un incremento di capitale pari a quasi 300 milioni di dollari al fine di ripristinare le perdite.

Analizziamo ora la dinamica che ha creato tali sofferenze di Bilancio a questi Broker. Qualcuno potrebbe pensare erroneamente che è stata tutta colpa della dichiarazione della Banca Centrale Svizzera. Sicuramente tale dichiarazione è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso ma la prima acqua è stata versata dalla leva finanziaria e dalla margin call non controllabile nonostante la super tecnologia di cui sono dotati questi Broker. Con calma spieghiamo i due concetti in modo semplice ed esaustivo. Se apro un conto con un Broker Forex e deposito 1000 euro posso “pilotare” cento volte tanto, quindi 100000 euro. Questo è possibile grazie al meccanismo della leva. Nel nostro esempio la leva è 1:100. Ovvero compro uno ma i guadagni come le perdite sono calcolati su 100.