Forex, il petrolio cala a 41 dollari al barile

L’imprevisto incremento delle scorte di petrolio negli Stati Uniti, rilevato durante la scorsa settimana, ha provocato una vertiginosa discesa del prezzo del greggio sul New York Mercantile Exchange. Ora i prezzi dell’oro nero hanno raggiunto i minimi degli ultimi 6 anni e mezzo e si attestano attualmente a quota 41 (WTI) e 46,9 (Brent) dollari al barile.

Ma quali sono le cause di questo calo del prezzo del petrolio ma anche, e soprattutto, quali sono le correlazioni con l’attuale crisi cinese e quale potrebbe, ragionevolmente, essere l’andamento futuro del prezzo dell’oro nero?

La scorsa settimana è stata, inaspettatamente, rilevata una crescita delle scorte statunitensi di petrolio di 2,62 milioni di unità (barili), dato, questo che ha portato le attuali scorte USA a quota 456,213 milioni di unità, in netta controtendenza con le aspettative degli analisti che prevedevano un ribasso di 1,1 milioni di barili. Nella sola Cushing, la località dell’Oklahoma dove avviene la consegna fisica del greggio scambiato sul mercato delle materie prime di New York le scorte sono cresciute di 326000 barili arrivando a quota 57,44 milioni, contrariamente alle attese che prevedevano una diminuzione di almeno 700000 barili.
Il dato è spiegabile con la strategia commerciale, estremamente aggressiva, dell’Arabia Saudita, che continua a mantenere la sua produzione invariata, ritenendo comunque conveniente vendere greggio a un prezzo inferiore.

I forex trader sono preoccupati inoltre dall’andamento futuro del prezzo dell’oro nero. Un ulteriore ribasso potrebbe essere quanto mai probabile per due importanti elementi presenti sullo scacchiere geopolitico internazionale: l’imminente immissione sul mercato del petrolio iraniano, in seguito all’accordo sul nucleare che sta portando, gradualmente alla fine dell’embargo verso il Paese mediorientale e la crisi cinese. Riguardo a questo secondo elemento è opportuno ricordare che la Cina è un importatore netto di petrolio e che un rallentamento dell’economia cinese potrebbe ridurre la domanda di greggio e, quindi, contribuire a un ulteriore ribasso del prezzo del petrolio.