I focolai di guerra mantengono gli operatori in disparte

I focolai di tensione e di guerra sono diversi e di grande rilevanza geo-politica e questo non può che impattare sul pricing degli strumenti finanziari; in ultimo ieri, Obama ha annunciato la possibilità di un intervento militare in Iraq dove l’esercito del califfato ha intrapreso azioni di forza nel nord del paese a buon insediamento cristiano.

E’ pleonastico ricordare il contesto russo-ucraino, così come gli scenari a tinte fosche sulla striscia di Gaza, in Siria, in Libia ed in Egitto. Appare dunque fin troppo scontato parlare di risk –off che però ci viene confermato ancora una volta dai forti cali dell’azionario, dal rialzo dell’obbligazionario (Bund ai massimi ad esempio) e dal seppur lieve apprezzamento dell’oro spiega DailyFx. I motivi affinchè questa ondata di avversione al rischio possano permanere sussistono a ragion veduta ed ancora una volta il sorvegliato speciale è il mercato azionario che è sempre più vicino, vedi Dax e S&P500, su supporti cruciali perfino nel medio periodo. Ancora una volta l’idea deve essere quella di non comprare la debolezza di mercato, che va invece venduta, e di monitorare i livelli grafici di maggiore attenzione per entrare in scia a delle vendite che probabilmente oggi andranno ammorbidendosi, ma che in scenario multiday è verosimile invece che vadano acuendosi.

Forex, la situazione rimane legata ai problemi geopolitici

La Bank of Japan ha confermato il tasso di interesse di riferimento, ribadito l’impegno all’acquisto di acquisto di titoli per 60-70 trilioni di yen su base annuale per l’incremento della base monetaria e sostanzialmente dichiarato inalterato l’obiettivo di inflazione nel medio termine al 2%. Lo yen è andato, contrariamente a quanto ci si potesse aspettare, ad indebolirsi in maniera importante anche se tutto ciò è avvenuto prima delle comunicazioni dell’istituto centrale. E questo ci porta all’altro grande tema di mercato: gli scenari internazionali.