Il dollaro americano continua il trend di crescita

La giornata di ieri non ha mostrato particolari dati macro economici. L’unico appuntamento di rilievo in abito dei mercati finanziari è stata l’audizione del Governatore Mario Draghi alla Commissione agli Affari Economici del Parlamento Europeo, che ha illustrato i risultati economici ottenuti in questi ultimi mesi per l’economia dell’Eurozona e, come facilmente prevedibile, non ha dipinto scenari rosei.Draghi ha ancora una volta chiarito come sia presente uno stallo della crescita e sui famosi downside risks, ribadendo ancora le aspettative sull’inflazione ben ancorate al ribasso. Inoltre, e questo assume una maggiore nota di rilevanza, ha ripetuto a chiare lettere che la BCE è pronta a usare strumenti aggiuntivi non convenzionali e leggasi naturalmente QE. Al di là di quello ampiamente annunciato e le cui tecnicalità verranno esplicitate nel prossimo meeting ad ottobre e oltre alla già avviata operazione di TLTRO sul quale il banchiere centrale ha espresso parere positivo anche rispetto agli importi “ridotti” che le banche hanno richiesto, affermando come invece questi ultimi fossero in linea con le aspettative dell’istituto centrale.

Beh poco altro da dire, se non la retorica consueta di appuntamenti come questo spiega il report di Fxmc. L’euro in tutto questo non ha avuto reazioni particolari e, contro il dollaro americano, ha continuato a muoversi all’interno dei cardini 1,2830/65, all’interno di un’impostazione tecnica che sia a livello multiday che intraday resta dunque ribassista verso la cruciale area di supporto posta a 1,2750. La chiusura settimanale del cambio ci ha infatti restituito da un punto di vista tecnico, un forte segnale bearish che naturalmente va tradotto, per quello che concerne il trading di breve, in ricerca di operatività sulle maggiori confluenze grafiche che evidenziano, oltre all’area pocanzi citata, in 1,29 un livello di grande rilevanza qualora dovessimo assistere a delle correzioni tecniche in mattinata in senso rialzista..