Ubi Banca e Intesa, a rischio 700 posti di lavoro

Nuovi tagli in vista per gli impiegati di Intesa San Paolo e Ubi banca. Entrambi i gruppi bancari avrebbero deciso di rimettere a posto i bilanci compiendo dei tagli al personale. Per raggiungere l’obiettivo di risparmiare circa 115 milioni sul costo del personale, Ubi banca avrebbe intenzione di mettere in prepensionamento circa 700 impiegati e obbligare al part time altri 2.500 lavoratori.

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il risparmi come annunciato, si aggirerebbe intorno all’8% del costo totale del personale impiegato. Inoltre è stato messo sul tavolo anche la proposta di chiudere o cedere 44 sportelli, la trasformazione di altri 78 in minisportelli, la revisione dei modelli private/corporate e retail, dell’organizzazione di Ubi e Ubis e l’interazione più snella con le banche rete.

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Ubi Banca già dallo lo scorso luglio, aveva proposto ai sindacati un piano per la coordinazione  degli esuberi con l’attivazione del Fondo di Solidarietà e dei contratti di lavoro part time. Aveva poi domandato eccezioni al contratto nazionale di categoria sulla banca delle ore, gli straordinari, le ex festività, le ferie e le missioni, con altre deroghe a molti istituti dei vari accordi aziendali, come i buoni pasto, la mobilità, gli inquadramenti, gli automatismi, i rimborsi chilometrici, i premi fedeltà e altro ancora.

Intesa Sanpaolo, invece, ha annunciato ai sindacati la scelta di eliminare gli assunti in scadenza ingaggiati con contratti di formazione lavoro. Si tratterebbe di 200 addetti nella sola Ca de’ Sass, senza contare anche che se verrà seguita la strada di Intesa, tutto il sistema potrebbe licenziare circa 1.500-2mila addetti, che si aggiungerebbero ai circa 20mila lavoratori in eccesso.