UBI Banca adesione aumento di capitale Intesa Sanpaolo incerta

Nel corso della presentazione del piano industriale 2011-2013 UBI Banca, i vertici dell’istituto hanno spiegato che l’adesione all’aumento di capitale di Intesa Sanpaolo, di cui UBI Banca detiene una partecipazione dell’1,2%, dipenderà dalle condizioni di mercato, in quanto la banca deciderà in maniera opportunistica se aderire o meno.

L’amministratore delegato di UBI Banca, Victor Massiah, ha infatti spiegato che sia il Consiglio di gestione che il Consiglio di sorveglianza hanno stabilito la sussistenza di una libertà decisionale su questa partecipazione, ribadendo che non è ancora stata presa alcuna decisione definitiva in merito.

Risparmiare sul conto corrente

Lo scopo dell’Indicatore sintetico di costo è quello di fornire uno strumento mediante il quale le famiglie italiane possono individuare in modo più semplice i conti correnti meno costosi e che più si adattano alle proprie esigenze, in modo tale da ridurre i costi bancari derivanti dal proprio conto corrente. Ma l’introduzione dell’Isc ha avuto l’effetto contrario.

E’ stato infatti registrato un aumento dei costi bancari dopo l’introduzione delle nuove regole sulla trasparenza, quindi le famiglie italiane si ritrovano con uno strumento che consente di individuare i conti correnti più convenienti, che però sono diventati più costosi rispetto a qualche mese fa.

UBI Banca previsioni dividendi e piano industriale 2011-2013

Contestualmente alla diffusione della trimestrale UBI Banca gennaio marzo 2011, è stato presentato alla comunità finanziaria il piano industriale 2011-2013, con proiezioni fino al 2015.

L’attenzione della maggior parte degli investitori è subito caduta sulle previsioni relative al dividendi. A riguardo, in particolare, il piano prevede che nel periodo compreso tra il 2011 e il 2013 agli azionisti verranno distribuiti complessivamente dividendi superiori all’ammontare dell’aumento di capitale pari a 1 miliardo di euro, con un payout superiore al 50% sull’utile di ogni esercizio.

Aumento di capitale Intesa Sanpaolo 2011

Le indiscrezioni pubblicate nei giorni scorsi si sono rivelate fondate. Ieri, infatti, il Consiglio di gestione e il Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo hanno deciso di proporre all’assemblea degli azionisti, che si riunirà il prossimo 9 maggio, un aumento di capitale per un importo complessivo massimo di 5 miliardi di euro da attuare mediante l’emissione di nuove azioni ordinarie da offrire in opzione ai soci entro luglio 2011.

Nella nota mediante la quale è stato annunciato l’aumento di capitale, l’istituto bancario guidato da Corrado Passera ha spiegato le motivazioni che hanno spinto i consigli di gestione e di sorveglianza ad optare per una ricapitalizzazione.

Ricapitalizzazione banche italiane 2011

A Piazza Affari i titoli del comparto bancario italiano viaggiano in terreno negativo per via dei timori relativi a possibili ricapitalizzazioni dopo l’aumento di capitale di Ubi Banca annunciato la scorsa settimana. Ad essere sotto pressione sono soprattutto Banca Monte dei Paschi di Siena e Intesa Sanpaolo.

Per quanto riguarda Mps, in particolare, alcune indiscrezioni di stampa parlano di un aumento di capitale da 2 miliardi di euro, circostanza che potrebbe “costringere” la Fondazione Monte dei Paschi ad indebitarsi per via dell’intenzione, ribadita più volte dal presidente Gabriello Mancini, di non scendere al di sotto della maggioranza.

Basilea 3 requisiti patrimoniali

Le nuove regole per la gestione delle attività a rischio del sistema bancario, meglio note come Basilea 3, andranno a sostituire sia Basilea I, ossia l’insieme di regole entrate in vigore nel 1988, sia Basilea II, ossia l’insieme di regole entrate in vigore nel 2008.

Basilea 3 entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio 2013, tuttavia alle banche sarà concesso un periodo di adeguamento, fino a gennaio 2019, in modo tale da evitare che l’inasprimento dei requisiti di carattere patrimoniale richiesti alle banche possa avere ripercussioni negative sull’economia dei vari paesi a causa del venir meno del sostegno da parte del settore creditizio.

Intesa Sanpaolo prepara covered bond

Secondo quanto riportato da alcune fonti, Intesa Sanpaolo starebbe preparando l’emissione di un covered bond decennale garantito di ammontare ancora indefinito ma che probabilmente dovrebbe aggirarsi intorno ad un miliardo di euro, anche se ancora molto dipende dall’evoluzione delle condizioni di mercato.

In merito al rendimento, invece, si parla di un tasso mid swap di uguale durata, maggiorato di 185 punti base.

Commerzbank lancia aumento di capitale

Commerzbank ha annunciato un aumento di capitale destinato esclusivamente agli investitori istituzionali di ammontare massimo pari a 118 milioni.

Ad annunciarlo è stata la stessa banca mediante una nota, in cui viene anche precisato che a seguito di questa operazione il governo tedesco controllerà circa il 25% del suo capitale e che l’operazione ha come scopo principale quello di soddisfare i più stretti requisiti patrimoniali richiesti agli istituti bancari.

Deutsche Bank in rialzo dopo upgrade J.P. Morgan

J.P. Morgan ha alzato il rating su Deutsche Bank portandolo da “underweight” a “neutral” ed il target sul prezzo da 41 a 44 euro. La banca d’affari, in particolare, ha motivato la sua decisione spiegando che le recenti perdite registrate dal titolo della banca tedesca sarebbero state esagerate, tanto da aver già scontato le previsioni che vedono una possibile carenza di capitale.

Ad influire positivamente sul giudizio di J.P. Morgan anche la scarsa esposizione dell’istituto bancario ai rischi connessi alla crisi del debito sovrano, questione di non poco conto alla luce delle conseguenza che stanno producendo i deficit dei paesi europei.

Unicredit punta Europa centro-orientale

In attesa del piano industriale che dovrebbe essere approvato dal Consiglio di amministrazione il mese prossimo, il presidente di Unicredit, Dieter Rampl, nel corso dell’incontro con i vertici delle fondazioni azioniste ha comunicato quelle che sono le intenzioni dell’istituto, ossia ridurre i prestiti alle imprese e incrementare l’impegno come banca d’affari, senza rinunciare alle attività corporate e investimento.

La banca, inoltre, intende rafforzare la sua presenza nell’Europa centro-orientale, in quanto l’allocazione del capitale dovrebbe passare dal 20% al 30%, concentrandosi soprattutto sui grandi mercati e tralasciando le piccole economie come Estonia, Lettonia e Lituania, dove Unicredit non è tra i maggiori istituti di riferimento.