Caro voli, decreto non piace a Ryanair

Il Governo affronta il caro voli attraverso il Dl Asset. Scatenando l’ira di Ryanair. La compagnia low cost non ha apprezzato particolarmente ciò che l’Esecutivo ha in serbo per il settore.

Caro voli problema reale

L’amministratore delegato Eddie Wilson, nel corso di una intervista con Repubblica, ha fatto sapere che Ryanair ricorrerà alla Commissione europea. Il decreto infatti dovrebbe essere considerato illegittimo perché interferisce con il libero mercato. E più precisamente con il regolamento 1008 dell’Unione Europea che dà libertà alle compagnie nella decisione dei prezzi.

Il caro voli è un problema che si sta facendo sentire molto sul territorio italiano. Alcuni collegamenti hanno dei costi totalmente proibitivi. Dando un’occhiata a ciò che accade nel mercato, la prima impressione che si ha è quella che in atto vi sia qualche mossa speculatoria da parte dei vettori. Il problema di Ryanair è che il decreto contro il caro voli va a colpire anche la compagnia irlandese, che applica un sistema basato sui posti a disposizione sugli aerei.

Ovvero quello di aumentare i posti per tenere bassi i prezzi. Il decreto, come spiegato dall’amministratore delegato, vincolerebbe le tariffe estive alla tariffa media di ogni volo, portando a diminuire piuttosto che aumentare le rotte. Meno posti corrisponderebbero quindi a un aumento dei prezzi.

Si ricerca dialogo tra le parti

Nel frattempo il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso ha fatto sapere di aver avviato un dialogo con Ryanair per trovare una soluzione equilibrata per tutti. Nel corso di questi incontri si parlerà anche dei piani di investimento e sviluppo che Ryanair è intenzionata a mettere in atto in Italia. Soprattutto in occasione dei Giochi olimpici di Milano-Cortina del 2026, il Giubileo del 2025 e il Giubileo straordinario del 2033.

La situazione, a ogni modo, è tutt’altro che rosea. Soprattutto perché, in generale, si sta creando un circolo vizioso di accuse su ogni livello. Il caro voli per quel che riguarda collegamenti con isole come la Sicilia e la Sardegna fa sentire il suo peso. E il fatto che la low cost ci tenga a sottolineare di essere stata basilare per sostenere lo sviluppo economico e industriale di regioni “dimenticate” dallo Stato centrale non aiuta.

Il ministero ha ribadito, nonostante un leggero inasprirsi dei toni, il suo essere disponibile a dialogare. Alcune fonti stampa provenienti dallo stesso hanno però evidenziato come sull’uso della profilazione nella vendita dei biglietti aerei non sia possibile negare che queste avvengano. Rimandando al mittente le accuse relative all’ingerenza nel libero mercato.