Fusione Parmalat Granarolo, il titolo non reagisce

Le speculazioni in merito ad una possibile fusione tra Parmalat e Granarolo non hanno sortito alcun effetto sull’andamento della quotazione dell’azienda di Collecchio, che a Piazza Affari si limita ad un rialzo dello 0,33% a 2,285 euro.

A riportare alla luce una questione che è spuntata per la prima volta nel 2005 è stato il cambio al vertice di Granarolo (Rossella Saoncella si è dimessa per questioni personali dopo essere stata alla guida del gruppo per ben 15 anni) e le indiscrezioni secondo cui alcuni azionisti di Parmalat avrebbero espresso la volontà di cambiare le strategie del gruppo.


La reazione pressoché nulla della quotazione, tuttavia, è giustificata sostanzialmente dall’orientamento della maggior parte della banche d’affari, secondo cui la fusione tra i due gruppi è piuttosto improbabile.

Gli analisti di Equita, in particolare, sostengono che l’ipotesi di una fusione tra Parmalat e Granarolo appare improbabile soprattutto alla luce dei limiti posti dall’antitrust e dalle scarse prospettive strategiche, in quanto si ritiene che gli eventuali risparmi derivanti dalle sinergie prodotte possano essere realizzati anche solo mediante una razionalizzazione dei costi di Parmalat.

Dello stesso parere gli analisti di Intermonte, che hanno definito poco probabile una conciliazione tra le parti, così come una riconferma di Enrico Bondi in qualità di amministratore delegato di Parmalat.