Investire dopo le nuove tasse su titoli e depositi

Dopo l’introduzione delle nuove tasse su risparmi e investimenti, tra cui figura in prima linea l’aumento del costo del bollo sul dossier titoli, gli investitori si ritrovano in un certo senso costretti a rivedere la composizione del proprio portafoglio di investimenti al fine riuscire ad ottimizzare i profitti, soprattutto perché in alcuni casi la nuova tassazione potrebbe addirittura andare ad annullare i guadagni.

L’aumento del costo del bollo annuo sul dossier titoli e la riforma delle aliquote fiscali, secondo un’indagine condotta da CorrierEconomia, andrà a pesare soprattutto sui rendimenti di Bot, Btp e azioni italiane, mentre al contrario i rendimenti sui depositi online saliranno grazie alla discesa dell’aliquota.


I maggiori rendimenti offerti dai conti deposito a seguito della revisione dell’aliquota da applicare sono compresi tra 20 e 187 euro, mentre per Bot, Btp e azioni, invece, si parla di un taglio compreso tra 85 e 428 euro.

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A fronte di questi cambiamenti, dunque, la necessità di cambiare strategia di investimento interessa soprattutto coloro che hanno investito degli importi molto bassi in titoli di Stato. In questo caso la strada alternativa è rappresentata dai conti deposito online, dai pronti contro termine, dai prodotti assicurativi e dai fondi comuni, anche se riguardo agli ultimi tre occorre tenere ben presente che una volta che sarà andata a regime la riforma fiscale verrà applicata un’aliquota pari al 20%.

I conti deposito, quindi, sono gli unici ad aver beneficiato della riforma in quanto non sono interessati dal super bollo e con la riforma la tassazione sugli interessi scende al 20% rispetto all’attuale 27%. Le polizze assicurative, i pronti contro termine e i fondi comuni, come già anticipato, non sono interessate dall’aumento del costo del bollo, tuttavia è probabile che saranno interessati dall’applicazione di un’aliquota del 20% dopo il perfezionamento della riforma. Stessa cosa non dovrebbe accadere per i fondi pensione, in quanto la previdenza complementare rientra tra le forme di investimento che godranno di tasse inferiori al 20%.

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I titoli di Stato saranno invece soggetti all’incremento del costo del bollo in quanto è impossibile tenerli senza un dossier titoli, tuttavia in questo caso l’aliquota verrà mantenuta all’12,5% e non verrà quindi portata al 20%. Le azioni e le obbligazioni, invece, saranno le forme di investimento che più di tutte patiranno la riforma in quanto saranno interessate sia dall’incremento del costo del bollo che dall’innalzamento dell’aliquota al 20%.