Dollaro Australiano sollo l’egida della svalutazione

Il numero uno della Banca Centrale Australiana, non ha lesinato in fatto di chiarezza, visto che in tutte le riunioni, ha chiarito come il dollaro australiano fosse troppo elevato rispetto alla valuta statunitense. 

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Durante tutte le riunioni di politica monetaria infatti, si è ribadito come il livello del dollaro australiano nei confronti del dollaro americano risultasse superiore a qualsiasi livello utile a rendere la crescita dell’economia oceanica sostenibile nel medio periodo, mostrandosi convinti su eventuali interventismi da parte dello stesso istituto nel momento in cui il dollaro australiano non avesse continuato a perdere valore. Di fronte ad una delle poche economie sane ed in grado di correre con le proprie gambe, questa manifestazione di intenzioni si è subito tramutata in credibilità ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Addirittura, prima della fine dell’anno è stato fornito un target desiderato tra dollaro australiano e dollaro americano: 0.8500 dollari australiani per ogni dollaro americano scambiato. Gli scenari di fondo che potrebbero realizzarsi sono essenzialmente due, e dipendono fortemente dalla possibilità che gli investitori riescano a formare delle aspettative razionali di medio periodo tali da tramutare le idee in flussi di investimento di medio periodo, ossia realizzati e non più smobilizzati.

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Se questo dovesse essere il caso, secondo l’analisi del DailyFX – FXCM Matteo Paganini e Davide Marone,  è possibile che anche di fronte a eventuali tagli di tassi da parte della RBA al fine di sostenere la crescita economica che potrebbe comunque subire dei rallentamenti a causa dei potenziali eccessi cinesi  e della domanda aggregata mondiale ancora debole, la divisa domestica offrirebbe comunque rendimenti nominali e reali superiori alla maggior parte delle altre major (discorso a parte per le emergenti, dove si stanno vivendo situazioni ancora di sofferenza, con la lira turca sul patibolo principale e che potrebbe continuare a subire pressioni) e questo potrebbe essere un motivo di acquisto per sfruttare il duplice effetto derivante dai prezzi e dai differenziali di tasso  che potrebbero portare a determinare riprese delle quotazioni, dovute appunto alla disponibilità di prendere posizionamenti strategici per sfruttare quanto visto (prezzi/rollover).