Oro segnale ribassista sotto 1.590 dollari

Nel primo trimestre del 2013 l’oro ha evidenziato una performance negativa, ma bisogna ricordare che il metallo giallo viene da ben 12 anni chiusi in positivo. Nei primi tre mesi dell’anno, il metallo prezioso ha perso comunque soltanto il 4%, che può apparire anche come un fisiologico ritracciamento dei prezzi dopo una lunga corsa al rialzo. Dai massimi storici di 1.921 dollari, toccati a inizio settembre 2011, l’oro ha perso il 20% del suo valore. Nel breve termine i prezzi continuano a muoversi tra 1.610 e 1.590 dollari l’oncia.

Molte banche d’afffari e broker internazionali hanno di recente tagliato le stime sull’andamento dei prezzi, aspettandosi nuovi ribassi nei prossimi mesi. Sebbene ci siano almeno 5 buoni motivi per non investire in oro nel 2013, alcuni esperti ritengono che il metallo giallo riuscirà comunque a fare bene complice il clima di negatività sui mercati europei e il ritorno delle tensioni sugli spread sovrani.

Oro arriverà a 4.000$ secondo Etf Securities, che ritiene i recenti riscatti record dagli Etf che investono in oro fisico solo una battuta d’arresto temporanea. Da un punto di vista tecnico il trading range sull’oro tra 1.610 e 1.590 dollari potrebbe risolversi nei prossimi giorni con un breakout esplosivo dei prezzi. In caso di perdita del supporto di 1.590 dollari, potrebbe scattare un segnale short con target a 1.575 dollari prima e a 1.555 dollari poi.

Di converso, se i prezzi dovessero superare 1.610 dollari ci sarebbe la possibilità di un allungo verso 1.620 dollari, dove passa un’area di resistenza molto importante nel breve-medio periodo. Un’esplosione dei prezzi al ribasso potrebbe far aumentare la pressione dei venditori, che potrebbero essere molto più convinti nel tentativo di breakout del supporto di area 1.550 dollari. A quel punto si può ipotizzare anche un clamoroso tonfo dei prezzi fin sotto 1.500 dollari.