Novità banche decreto liberalizzazioni

Il decreto sulle liberalizzazioni prevede diverse novità che interessano gli istituti bancari. Tra queste figura in prima linea la norma contenuta nel maxiemendamento che ha ottenuto ieri il via libera da parte dell’aula del Senato e che dovrà essere esaminato a breve dalla Camera.

La norma in questione, contenuta nell’art. 27 del maxiemendamento, prevede l’impossibilità per le banche di applicare commissioni a fronte della concessione di linee di credito, della loro messa a disposizione, del loro mantenimento in essere e del loro utilizzo anche in caso di sconfinamento del limite del fido.

ARBITRO BANCARIO FINANZIARIO

In altre parole, dunque, la nuova norma comporta un minor introito per le banche, che quindi non potranno più attribuire un prezzo ad alcuni servizi forniti ai loro clienti. Ad esempio, non potranno più ottenere alcun ricavo dalla mera concessione di un fido, che risulterà quindi per loro remunerativo solo nel caso in cui il cliente deciderà di utilizzarlo, nonostante la mera concessione comporti comunque dei costi (istruttoria e garanzia delle disponibilità della somma potenzialmente utilizzabile).

NOVITÀ ASSICURAZIONE MUTUO DECRETO MONTI

Altre novità contenute nel decreto e che allo stesso modo interessano le banche riguardano: l’obbligo di fornire ai beneficiari di pensioni fino a 1.500 euro un conto corrente gratuito; l’obbligo di sottoporre al cliente che sottoscrive un mutuo associato ad una polizza assicurativa almeno due preventivi di due diversi gruppi assicurativi; la riduzione da 30 a 10 giorni del termine entro cui deve essere conclusa la surrogazione; transazioni fino a 100 euro gratuite per acquirente e venditore presso gli impianti di distribuzione carburante; nuove regole per la riduzione delle commissioni interbancarie a carico degli esercenti per le transazioni con carte di credito; la perdita di 8-9 miliardi di euro di risorse degli enti locali attualmente in giacenza presso le varie filiali bancarie per effetto della norma che impone a tali enti di trasferire il 50% della propria liquidità di cassa alla Tesoreria unica nazionale con sede a Roma.