Euro finirà se esce un paese membro secondo Galbraith

L’economista James Galbraith, 60 anni, docente all’Università del Texas, ritiene che nella zona euro con il solo rigore i rischi stanno aumentando e che l’euro rischia di disintegrarsi se solo un paese dovesse uscire dall’unione monetaria. Galbraith, figlio di John Kenneth, famoso critico della crisi del ’29 e organizzatore del piano Marshall, ritiene che la parola d’ordine ora più che mai deve essere “solidarietà”. Secondo l’economista “bisogna dare ai paesi più indebitati, Italia, Spagna, Grecia, la possibilità di rinegoziare, allungare, rimodulare, i debiti”.

Le riforme non vanno interrotte, ma non devono esserci forzature. Solo con il fiscal compact non si può andare avanti. Galbraith ritiene che la crisi sia stata provocata da un mix di incapacità e di cattiva volontà. La chiave di tutto sta in Germania, dove ci sono gruppi politici e finanziari che continuano ad ostacolare l’euro, mentre banchieri ed esportatori tedeschi stanno avendo la possibilità di arricchirsi grazie ai tassi molto bassi.

Secondo Galbraith, “l’unico paese che può prendere in mano l’iniziativa politica e propulsiva è l’Italia”, mentre non nutre particolari speranza sulla Francia. Secondo l’economista, la Francia “da comprimario della Germania potrebbe diventare un comprimario dell’Italia, che è la capofila della sponda sud”.

Galbraith lancia poi un allarme. L’euro non ce la farà se solo un membro esce, in quanto “l’effetto contagio sarebbe devastante”. Galbraith è convinto che il progetto Europa non debba essere in nessun modo smantellato. Negli ultimi tempi, però, l’euro sta soffrendo tantissimo sui mercati internazionali. Il cambio euro/dollaro è sui minimi a oltre due anni sotto 1,21, mentre euro/yen è sui minimi da 11 anni. Contro valute come dollaro australiano e dollaro canadese, l’euro sta aggiornando continuamente i minimi storici.