Euro torna nel mirino della speculazione ad aprile 2012

Aprile 2012 è iniziato all’insegna delle vendite sui mercati finanziari mondiali. A soffrire maggiormente il clima di avversione per il rischio (risk off) sono stati i mercati azionari e i bond sovrani della periferia europea. L’euro è tornato così nel mirino della speculazione, con gli hedge funds che stanno aumentando sensibilmente le posizioni net short sulla moneta unica europea. A preoccupare gli investitori sono la crisi dei soliti volti noti della periferia, in particolare la Spagna, ma da poche settimane sono aumentati i dubbi anche sulla virtuosa Olanda, che secondo Citigroup non è più da considerare un paese “core”.

Da inizio aprile il tasso di cambio euro/dollaro ha perso il 2,7%, euro/yen il 4,7%, euro/sterlina l’1,5%. E’ in continuo calo anche euro/franco svizzero, che è sceso fin sotto il “peg” di 1.20 dichiarato dalla SNB. Gli occhi sono sempre puntati sulla Spagna, con lo spread Bonos-Bund salito sopra 400. Secondo Jim O’Neill, presidente di Goldman Sachs Asset Management, “la Spagna rischia un vero e proprio collasso innescato dal mercato immobiliare”. Nonostante un debito pubblico non spaventoso (70% del pil), molti investitori temono che nella penisola iberica si nasconda una potenziale polveriera.

EUR/CHF PUO’ SCENDERE SOTTO 1.20 NEL 2012

Esaurito l’effetto delle aste di rifinanziamento Ltro, la Bce ha fatto intendere di non voler acquistare titoli di stato europei nelle prossime settimane. La Cina, nonostante le promesse fatte e qualche acquisto in Francia e Germania, non intende essere il “cavaliere bianco” dell’Europa. Molte banche commerciali cinesi sono “flat” sulla zona euro: basti pensare che a fine 2011 il colosso bancario Bank of China non aveva nemmeno un titolo di stato della periferia europea in portafoglio.

EURO VA SVALUTATO DEL 30% NEL 2012 SECONDO ROUBINI

L’Eurozona è tornata sotto attacco. Il firewall anti-crisi è stato aumentato da poco fino a 800 miliardi di euro, ma si tratta di una cifra solo “teorica” perché gran parte dei fondi resta bloccata in operazioni già avviate da tempo (come per la Grecia) o sbloccabili solo in casi di emergenza straordinaria. E c’è da capire, entro fine mese, in che modo vorrà partecipare il Fmi al potenziamento del firewall. I problemi strutturali restano, la crisi non è finita. Si preannunciano nuove settimana di fuoco per la traballante Eurozona.