Cambiamenti nei CdA delle aziende a partecipazione

parlamento

Un direttiva del ministero dell’Economia che è stata emanata in accordo con la presidenza del Consiglio dei ministri presieduto da Enrico Letta spiega che le intenzioni del Governo sono quelle di cambiare il mondo delle nomine dei dirigenti delle aziende a partecipazione statale. Pare infatti che in questi tipi di azienda non dovrebbero essere più eleggibili i condannati, oltre che a tutti coloro che hanno patteggiato per gravi delitti e i politici nei consigli di amministrazione delle aziende controllate del ministero del Tesoro.

Ci saranno dei cambiamenti anche negli stipendi dei rappresentanti delle aziende a partecipazione, perché dovrebbero essere imposto che vengano riparametrati ai risultati che vengono conseguiti dall’azienda. Un allineamento ai criteri di piena trasparenza e di moderazione.

Novità anche per la ricerca dei manager, infatti il Tesoro utilizzerà e si affiderà alla consulenza dei cacciatori di teste, secondo quanto è previsto dalla direttiva di legge che prevede che il dipartimento sarà supportato, nel processo di ricerca e valutazione dei candidati, dalle società Spencer Stuart Italia e Korn Ferry Intl. che sono specializzate nel reclutamento di top manager che vengono individuati con una particolare procedura di selezione.

Le società che saranno sottoposte per prime a questo periodo di prova saranno Eur, Fondo Italiano di Investimento, Sogin, Finmeccanica, Invitalia, Poste Italiane, Anas e Ferrovie dello Stato. Viene inoltre prevista la non inclusione nell’istruttoria di candidati che siano membri di una delle due Camere del Parlamento oltre che quelli appartenenti al Parlamento europeo. Saranno esclusi anche i rappresentanti dei Consigli regionali e dei Consigli di enti locali con popolazione superiore a 15.000 abitanti.  Tutti loro saranno considerati ineleggibili. Per quanto riguarda i compensi degli amministratori la direttiva indica dei precisi indirizzi.

Gli amministratori dovranno adottare politiche di remunerazione aderenti alle best practices internazionali, che tengano quindi conto dei risultati aziendali della partecipata. Le stesse dovranno ispirarsi a criteri di piena trasparenza e di moderazione dei compensi considerate le gravi difficoltà in ci si trova lo stato italiano.