
Da questa mattina i titoli di stato italiani sono stati liquidati a mani basse dai grandi investitori, che negli ultimi mesi avevano invece dato molta fiducia all’Italia grazie all’implementazione di un disciplinato programma di austerità e di consoidamento fiscale che aveva consentito al paese di riacquistare la credibilità su base internazionale persa tra fine 2011 e metà 2012. Se a fine luglio scorso lo spread era a 530, a gennaio era sceso addirittura sotto 250 punti. Stamattina, però, c’è stata una battuta d’arresto pericolosa, a causa del deludente risultato elettorale.