Telecom Italia no alla fusione con 3 Italia

Brusco stop nel processo di integrazione tra il gruppo Telecom Italia e 3 Italia. Il consiglio di amministrazione del gruppo telefonico milanese, riunitosi ieri sotto l’egida del presidente esecutivo Franco Bernabè, ha stabilito che non ci sono le condizioni per proseguire il progetto di integrazione con Hutchinson Whampoa, colosso delle tlc di Hong Kong controllato dal magnate cinese Li Ka-shing. In una nota societaria si legge che “non ci sono gli elementi necessari per avviare un negoziato”. A Piazza Affari il titolo Telecom Italia ha comunque chiuso in positivo.

Telecom Italia target price tagliato da Citigroup a 0,55 euro

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Il titolo Telecom Italia resta sotto pressione a Piazza Affari, in clima di avversione generalizzata al rischio dopo che la FED ha annunciato il calendario della exit strategy dalla politica monetaria ultra-espansiva che ha caratterizzato le mosse dell’istituto da oltre 4 anni. Alla borsa di Milano le azioni ordinarie Telecom Italia perdono l’1,03% a 0,528 euro. I prezzi sono scesi fino a 0,521 euro, sui minimi da oltre due mesi. Male anche le azioni risparmio, che cedono lo 0,93% a 0,426 euro.

Aumento di capitale TIM Participações

Il colosso nostrano delle telecomunicazioni Telecom Italia non vuole diluire la propria presenza su un mercato chiave come quello brasiliano, e per questo aderirà all’operazione di aumento di capitale annunciata da TIM Participações.

A darne notizia è stata proprio la società quotata in Borsa a Piazza Affari, e facente parte dell’indice FTSE MIB, facendo altresì presente, di conseguenza, come la controllata TIM Brasil andrà così a sottoscrivere l’aumento per la quota di possesso azionaria spettante, ovverosia nella misura percentuale del 66,94%.

Titolo Telecom Italia bocciato da JP Morgan

JP Morgan, pur mantenendo invariato il rating “underweight” e il target price a 1,15 euro, ha comunicato di aver inserito il titolo Telecom Italia nella sua short conviction list.

La banca d’affari ha spiegato che la decisione è stata presa alla luce del un netto incremento registrato dalla quotazione dall’inizio del 2011. Nel giro di meno di un mese, infatti, il titolo della compagnia telefonica italiana ha registrato un incremento del 12% circa grazie ad una rivalutazione dei mercati dell’Europa meridionale, compreso quello italiano.