Cambio euro-dollaro torna a 1,3250 dopo decisioni della FED

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Ieri sera il mercato forex è stato scosso dalle decisioni in materia di politica monetaria della FED, ovvero la Banca Centrale degli Stati Uniti d’America. L’istituto monetario di Washington ha deciso di confermare i tassi di interesse nel range compreso tra lo 0% e lo 0,25%, sui livelli più bassi di sempre. Dalla conferenza stampa del governatore Ben Bernanke sono emerse indicazioni fondamentali per gli investitori su ciò che ha intenzione di fare la FED nei prossimi mesi. Bernanke ha infatti tracciato la road map della exit strategy della FED.

Fine della corsa per i titoli di stato secondo Bill Gross (Pimco)

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Il rally dei titoli di stato inizia a preoccupare money manager, economisti e banchieri che temono lo scoppio di una bolla, con il conseguente crollo delle quotazioni come avvenne già nel 1994. Il dito viene puntato contro la politica monetaria ultra-espansiva della Fed, fatta di tassi a zero e di stimoli monetari da 85 miliardi di dollari al mese. La disaffezione verso la politica monetaria adottata da Bernanke è in costante aumento. Ora anche gli hedge funds sembrano voler voltare le spalle alla Fed.

Yen si rafforza dopo dati macro giapponesi positivi

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Stamattina è in corso una lieve rivalutazione dello yen, a seguito della pubblicazione del dato sulla produzione industriale in Giappone nel mese di marzo. Dal dato è emerso che la terza economia più grande al mondo sta recuperando, dopo aver sperimentato lo scorso anno la quinta recessione degli ultimi quindici anni e una serie interminabile di anni in deflazione. Per il quarto mese consecutivo la produzione industriale è cresciuta, questa volta a +0,2% su base mensile. Il risultato è però inferiore alle attese degli analisti e al dato precedente.

Euro in rialzo grazie a forte calo degli spread

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Il momento molto positivo del mercato obbligazionario europeo, favorito dall’eccezionale liquidità presente nel sistema e indirizzata alla ricerca di rendimenti “reali” positivi, sta sostenendo le quotazioni della moneta unica nonostante le indicazioni provenienti dai dati macroeconomici siano tutt’altro che positive. Gli ultimi market mover tedeschi hanno ormai fatto pendere l’ago della bilancia verso un imminente taglio del costo del denaro da parte della Bce, allo scopo di risollevare l’anemica economia dell’eurozona. La Bce taglierà i tassi a maggio secondo Exane Bnp Paribas, anche se qualche broker non è d’accordo.

Quali rischi per i titoli di stato nel 2013?

I titoli di stato sono stati una delle principali scommesse dei gestori di fondi di investimento nel corso del 2012. Tuttavia, il rally iniziato sul finire di luglio scorso ha generato una forte compressione dei rendimenti obbligazionari facendo diventare l’investimento in bond governativi poco appetibile agli occhi dei money manager internazionali. Il contesto attuale preoccupa non poco gli esperti del fixed income, in quanto c’è il timore che possa ripresentarsi sulla scena mondiale una situazione molto simile a quella di quasi vent’anni fa.

Guerra delle valute non esiste secondo Bernanke

Durante una conferenza alla London School of Economics, il governatore delle Federal Reserve – Ben Bernanke – ha affermato che non esiste alcuna guerra delle valute. In particolare il numero uno dell’istituto di Washington ha sotttolineato che gli Stati Uniti non hanno dato il via a nessuna guerra valutaria, mettendo in campo misure di politica monetaria espansive. Bernanke ha dichiarato che molte banche centrali di paesi sviluppati non stanno utilizzando strategie di politica monetaria accomodanti per svalutare la propria valuta, ma stanno mantenendo tassi bassi per rilanciare la crescita.

Euro/Dollaro torna sopra 1,30 dopo riunione FOMC

Ieri sera non sono giunte particolari indicazioni dalla riunione del FOMC. In realtà, non era prevista la conferenza stampa di Ben Bernanke e quindi nemmeno la revisione delle indicazioni sulle prospettive per l’economia americana. La FED si è limitata a illustrare l’attuale indirizzo di politica monetaria: tassi di interesse fermi tra lo 0% e lo 0,25% fino a metà del 2015; terzo round di allentamento monetario (QE3) lanciato lo scorso 13 settembre al ritmo di 40 miliardi di dollari al mese; operazione “Twist” di allungamento della scadenza media del debito presente in portfolio fino alla fine dell’anno.

Euro/Dollaro sopra 1,30 entro oggi se la Fed annuncia il QE3

Il tasso di cambio euro/dollaro ha aggiornato ieri il massimo più alto da maggio scorso, salendo fino in area 1,2940 dopo il via libera della Corte Costituzionale tedesca alla creazione del fondo salva-stati permanente Esm (European Stability Mechanism) e alla ratifica del fiscal compact. Il sì dei giudici tedeschi ha creato ieri mattina un fortissimo incremento della volatilità, a testimonianza del fatto che la sentenza era molto attesa.

FED taglia stime di crescita 2012-2014

La Federal Reserve, cioè la banca centrale americana, ha mantenuto fermi i tassi di interesse nel range compreso tra lo 0% e lo 0,25%. La decisione era ampiamente scontata dai mercati, visto che nelle precedenti riunioni del FOMC (cioè il braccio operativo della FED) c’era stata l’indicazione precisa da parte delle autorità monetarie americane di voler mantenere i tassi intorno alla zero fino alla fine del 2013. Non è stato però annunciato nessun piano di quantitative easing, come alcuni analisti avevano prospettato, mentre è stata estesa l’operazione Twist.

Dollaro USA debole in attesa delle mosse della FED

Giugno finora non è stato molto positivo per il dollaro americano, che invece il mese scorso aveva macinato guadagni su quasi tutte le valute più importanti (tranne che contro lo yen). Dal primo giugno il cambio euro/dollaro è passato da un minimo di 1,2287 aun top di 1,2747, che equivale ad un apprezzamento del 3,75%; il cambio sterlina/dollaro è passato da un minimo di 1,5267 a un massimo di 1,5756, per una performance positiva del 3,2%; il cambio dollaro australiano/dollaro americano è balzato fino a 1,0206 da 0,9580 per un guadagno complessivo del 6,5%.