Oro crolla a 1.321 dollari ai minimi da gennaio 2011

Non si ferma il crollo delle quotazioni dell’oro, che stanotte sui mercati asiatici ha toccato un nuovo minimo a due anni a 1.321 dollari l’oncia. Nelle ultime tre sedute il metallo giallo è arrivato a perdere addirittura il 18%, anche se stamattina è in corso un rimbalzo tecnico in area 1.380 dollari l’oncia. La volatilità storica a 50 giorni è più che raddoppiata nel giro di pochi giorni. La banca d’affari newyorkese Goldman Sachs consiglia di andare short sull’oro, anche se la discesa attuale è andata al di là di ogni previsione.

Il target price a 12 mesi della banca americana era di 1.389 dollari, ma è stato già battuto. L’oro perderà il 20% in due anni secondo Goldman Sachs, ma la “profezia” degli specialisti della banca di investimenti statunitense si è avverata in soli due giorni. Dopo il crollo di questi ultimi giorni, che è pari al 25% (peggior calo dal 1983), è atteso un rimbalzo tecnico molto robusto.

I prezzi dovrebbero tornare a breve in area 1.400 dollari, ma ormai il sentiment negativo sul metallo giallo non dovrebbe consentire un ritorno sopra 1.500 dollari. Alla base di questo crollo ci sono diversi fattori, non solo di natura tecnica ma anche fondamentale. Innanzitutto, come ha già sottolineato George Soros, l’oro non è più un bene rifugio visto che l’inflazione è sempre più sotto controllo.

Inoltre, come affermato da Société Générale, è in corso da tempo una bolla speculativa per cui il trend rialzista ultradecennale dell’oro è praticamente giunto al termine. Il picco assoluto è stato toccato nel settembre del 2011 a 1.921 dollari l’oncia. Da allora l’oro ha perso fino al 45% del proprio valore. Negli ultimi giorni, oltre a forti riscatti sugli Etf, sembra siano iniziate vendite di riserve auree di banche centrali (come quella di Cipro).