Crisi petrolifera causata dalla Libia

Il colonnello e dittatore ormai da 42 anni Gheddafi ha fatto sapere, come sappiamo, di non volere lasciare il proprio trono da capo supremo e così facendo il popolo libico è insorto non senza conseguenze disastrose.

Anche se i media nazionali al momento non possono essere definiti attendibili, si parla di migliaia di morti, morti causati dall’attacco delle truppe militari comandate dal dittatore che ha voluto sparare razzi e bombe sopra i manifestanti. Voci dicono che Gheddafi abbia intenzione di bruciare i pozzi petroliferi esattamente come fece Saddam Hussein prima di scappare dopo l’invasione del Kuwait.



Il petrolio è la principale risorsa per l’economia della Libia e la crisi libica sta portanto a un innalzamento dei prezzi dei futures e del brent senza precedenti. La crisi petrolifera è alle porte e oggi i futures sul Wti hanno sfondato quota 100 dollari al barile, mentre quelli sul brent hanno raggiunto e superato i 116 dollari. E’ chiaro che con quotazioni di questo tipo si potrebbero ottenere rincari sul prezzo del greggio raffinato andando a pesare sull’economia mondiale.

L’Italia importa quasi la totalità di gas e di petrolio dall’estero e la Libia risulta essere un partner fondamentale per la nostra economia. La preoccupazione è che dopo Gheddafi possa presentarsi una dirigenza legata al fondamentalismo islamico che potrebbe interrompere ogni contratto di partnership con l’Italia, è meglio un dittatore amico che un democratico nemico ai fini della nostra economia.