Cambio euro dollaro dopo morte Bin Laden

La notizia dell’uccisione di Osama Bin Laden in Pakistan ha avuto tra i suoi primi effetti un rialzo del dollaro nei confronti della moneta europea. Il cambio euro dollaro, infatti, è calato a 1,4790 da 1,4826 della chiusura di ieri e dal livello massimo di 1,4882 degli ultimi 17 mesi toccato nei giorni scorsi, mentre il Dollar Index è risalito fino a 73,16 punti dopo che aveva chiuso venerdì scorso al di sotto di 73 punti, ovvero al livello più basso dal luglio 2008.

La morte del leader di al-Qaeda è stata confermata dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama e ha contribuito ad un rialzo dei principali indici azionari di tutto il mondo, compreso l’indice Nikkei 225 index che è riuscito a salire sopra il livello di 10.000 per la prima volta dopo il terremoto e lo tsunami, nonché ad un ribasso del prezzo del petrolio.


Secondo gli esperti, tuttavia, nella maggior parte dei casi si tratta di effetti dettati principalmente dall’euforia del momento e che difficilmente riusciranno a protrarsi nel lungo periodo. Nel caso del cambio euro dollaro, ad esempio, le previsioni vedono un nuovo ribasso del biglietto verde entro breve per via della debolezza strutturale dell’economia americana.

Nei giorni scorsi, ricordiamo, l’euro è riuscito a superare la soglia di 1,48 dopo la diffusione dei dati relativi alla crescita economica e all’occupazione negli Stati Uniti. A contribuire alla debolezza del biglietto verde, inoltre, è anche la posizione della Federal Reserve, che ha lasciato intendere di voler mantenere ancora a lungo una politica monetaria marcatamente espansiva.

La maggior parte degli analisti, dunque, è convinta che, sebbene la morte di Bin Laden avrà un effetto positivo sull’andamento dell’economia in quanto ha contribuito ad eliminare un fattore di rischio, una volta passata l’euforia del momento sull’andamento del cambio euro dollaro non si verificherà alcuna variazione di rilievo, soprattutto perchè nessuna variazione significativa è stata apportata dalla Federal Reserve alla politica monetaria e alla tempistica della cosiddetta exit strategy.