Crisi zona Euro secondo George Soros

Nelle ultime settimane la crisi della zona euro è tornata a far paura agli investitori, che nelle ultime aste dei titoli di stato hanno richiesto nuovamente un maggiore premio per il rischio sul loro investimento. Sta avvenendo così un’inversione del trend sui tassi del mercato fixed income, tanto che tra mercoledì e ieri l’asta di BoT e BTp italiani ha visto i rendimenti salire in modo piuttosto netto rispetto al precedente collocamento. Si esaurito così l’effetto BCE, che aveva risollevato i mercati con due aste di rifinanziamento a tre anni (LTRO) a dicembre prima e fine febbraio poi.

In un’intervista rilasciata al Financial Times, il finanziere magiaro George Soros – famoso per alcune memorabili speculazioni sulle valute (lira e sterlina nel 1992 o sulla moneta della Malesia nel 1997) – ha affermato che “la crisi è forse entrata in una fase meno volatile ma più letale”. L’effetto BCE si è, dunque, esaurito anche perché alla base restano problemi strutturali decisamente irrisolti.

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Secondo Soros, l’irrigidimento della Bundesbank sulle manovre espansive di politica monetaria condotte dalla BCE (che non ha annunciato nessuna exit strategy nell’ultima riunione) può accelerare la spaccatura nella zona euro, che si nutre dei finanziamenti tedeschi. Per Soros l’Europa si sta avviando verso una fase di lunga stagnazione economica, “se non peggio”.

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Secondo il magnate di origini ungheresi, “l’unico modo per sfuggire alla trappola è riconoscere che le attuali politiche sono controproducenti, per cui bisogna cambiare strada”. Inoltre, Soros ritiene che il gap tra i paesi “core” e quelli “periferici” possa allargarsi ulteriormente. Intanto, ieri il tasso di cambio euro/dollaro è rimbalzato fin sopra 1.32, mentre euro/yen è tornato momentaneamente sopra 107.