Imposta di bollo sui conti deposito

Tra gli strumenti di risparmio preferiti dagli italiani figurano senza dubbio i conti deposito, resi ancora più convenienti dalla riduzione dell’aliquota sugli interessi maturati, che a partire dal 1° gennaio 2012 è passata dal 27% al 20%. Il beneficio derivante dalla riduzione della tassazione sugli interessi, tuttavia, rischia di essere vanificato dall’introduzione dell’imposta di bollo.

Il decreto fiscale approvato lo scorso 24 febbraio, infatti, estende l’obbligo del pagamento dell’imposta proporzionale che colpisce i prodotti finanziari anche ai conti deposito. La norma ha decorrenza a partire dal 1° gennaio 2012.

CONTI DEPOSITO VINCOLATI A 6 MESI PIÙ CONVENIENTI

Si tratta di una brutta notizia soprattutto per le banche che offrono questo tipo di strumento, dal momento che nella maggior parte dei casi saranno loro a doversi accollare l’imposta. Fino ad ora, infatti, i contratti siglati dai risparmiatori prevedevano nella maggior parte dei casi l’imposta di bollo a carico della banca (fino a prima dell’entrata in vigore del decreto dovuta nella misura fissa di 1,81 euro per ciascun rapporto), ne deriva quindi che saranno queste a dover pagare l’imposta anche a seguito dell’entrata in vigore del decreto. I nuovi clienti, dunque, dovranno far attenzione a questa voce prima di sottoscrivere un contratto per l’apertura di un conto deposito, anche se alcune banche hanno già fatto sapere che intendono continuare ad accollarsi questo onere per evitare di perdere clienti.

CONTI DEPOSITO VINCOLATI A 12 MESI PIÙ CONVENIENTI

L’ammontare dell’imposta è pari al 10% per il 2012 e salirà poi al 15% nel 2013, fermo restando un’imposta fissa di 34,20 euro per i depositi con importi compresi tra 0 e 34.200 euro. Anche in questo caso sono stati favoriti i grandi patrimoni, in quanto è stabilito un tetto massimo dell’imposta a 1.200 euro che sparirà nel 2013 ma che per quest’anno favorirà coloro che hanno un deposito superiore a 1,2 milioni di euro.