La prima decisione del nuovo presidente della Federal Reserve

Federal Reserve, come da attese degli analisti si conclude secondo copione. Si direbbe “buona la prima” in caso di esordi come quello di Janet Yellen davanti ai giornalisti e davanti al mondo intero mentre comunicava le decisioni derivanti dai giorni di meeting del FOMC. In realtà non era esattamente la prima, in quanto già numerosi erano stati gli speech del neogovernatore Fed sempre però verso un’ audience istituzionale; e non è detto che sia da interpretare come una “buona” prima. Dal punto di vista del trading dei mercati lo è stato, in quanto i movimenti di prezzo non sono mancati e sono stati peraltro direzionali e discretamente tecnici. Ma ripercorriamo brevemente quanto accaduto.

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E’ bene dire che non vi sono state sorprese sostanziali in merito a quanto emerso ieri, sia in materia di Quantitative Easing che di forward guidance anche se proprio su questo punto è bene delineare le novità annunciate. E’ inoltre ragionevole partire dalla comunicazione dello statement del FOMC in quanto è proprio con la sua release che si sono verificate le maggiori escursioni di prezzo.

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Il tapering è stato di ulteriori 10 miliardi di dollari, come già ampiamente scontato per quello che dunque è un attuale ammontare di 55 miliardi di dollari al mese di acquisti di titoli da parte della Fed, spiega Davide Marone di Dailyfx. I punti però sensibili sono stati quelli proprio in materia di tassi di interesse in quanto, sebbene sia stato precisato che essi resteranno ancorati ai livelli attuali anche dopo la fine del Quantitative Easing (sono stati indicati almeno 6 mesi), alcuni membri del Board hanno paventato la possibilità di assistere ad un rialzo dei Fed funds rate già a partire dall’inizio del 2015 per proiezioni che addirittura si sono spinte fino ai livelli dell’1% per la fine del medesimo anno.