Investimenti e nuovo redditometro

Il nuovo redditometro, che promette di essere più preciso e ragionevole soprattutto a fronte della netta riduzione delle cosiddette componenti induttive, ossia attribuite in base alla composizione del nucleo familiare o degli indici Istat, andrà senza dubbio a complicare la vita dell’investitore.

In merito al funzionamento di tale strumento, in particolare, il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso gennaio prevede che la somma destinata ad un investimento possa essere scontata di eventuali disinvestimenti effettuati nello stesso anno e dei disinvestimenti netti dei quattro anni precedenti.


Ad esempio, se nell’anno di accertamento, ipotizziamo il 2010, è stato effettuato un investimento di 1.000 euro, nell’anno precedente un disinvestimento di 800 euro e un altro investimento di 300 euro, l’investimento fatto nel 2010 dovrà essere scontato di 500 euro (ossia -800 e +300).

L’attuale formulazione del testo che disciplina il nuovo redditometro prevede però un’importante novità rispetto al passato, disponendo che l’investimento non possa più essere “spalmato” come reddito in più anni. In altre parole, dunque, nel nuovo redditometro l’ufficio può procedere alla determinazione sintetica del reddito complessivo sulla base delle spese di qualsiasi genere sostenute nel periodo di imposta e degli incrementi patrimoniali nella loro totalità. Questa nuova formulazione, dunque, potrebbe complicare la vita di numerosi investitori, soprattutto perché appare piuttosto remota l’ipotesi che un investimento possa essere finanziato esclusivamente con redditi prodotti nello stesso anno dell’acquisto e quindi senza attingere a risparmi pregressi. Al contrario, invece, nella precedente versione gli investimenti si presumevano effettuati con redditi conseguiti nell’anno in cui era stata sostenuta la spesa e nei quattro anni precedenti.