Previsioni sull’Euro per il 29 dicembre 2011

Quella di ieri è stata una giornata molto significativa per il mercato dell’euro. Dopo alcuni giorni di forte congestione con bassa volatilità, l’euro ha effettuato uno spettacolare strappo verso il basso nei confronti delle principali valute. Non ci sono stati eventi che hanno condizionato questo movimento, anzi in mattinata l’asta dei titoli italiani a 6 mesi aveva mostrato tassi dimezzati rispetto all’asta precedente. E non era di certo una cattiva notizia. Il rally ribassista dell’euro, iniziato poco prima dell’apertura di Wall Street, è dettato esclusivamente da fattori tecnici: gli investitori avevano messo a punto una forte distribuzione dei prezzi all’interno di un range limitato ma ben definito; poi, all’improvviso, hanno deciso che era arrivato il momento di spingere con forza al ribasso le quotazioni. Tutto qua.

Il tasso di cambio euro/dollaro ha rotto gli indugi ed è passato da area 1.3070 fino a 1.2887, avvicinandosi tantissimo al supporto giornaliero di 1.2870, area di minimo che risale ad inizio gennaio scorso. Quasi certamente i prezzi raggiungeranno questi livelli e forse troveranno anche il modo per approfondire la discesa subito fino a 1.28 – 1.2750. Tuttavia, in area 1.2870 dovrebbero essere stati già piazzati diversi grossi ordini di acquisto e con tutta probabilità molti trader chiuderanno buona parte dei loro short. Ciò potrebbe facilitare un rimbalzo tecnico di breve periodo fino a 1.2950 – 1.30.

Il tasso di cambio euro/yen ha mostrato un andamento molto simile all’euro/dollaro. La rottura ribassista è stata molto potente e ha trascinato le quotazioni fino a 100.34. Ormai quota 100 è a portata di mano e non è da escludere che venga addirittura perforata nelle prossime ore, aggiornando così i nuovi minimi decennali per il cambio. Possibile target in area 99.70-50. Su questi livelli, però, la Bank of Japan potrebbe decidere di intervenire riportando le quotazioni subito fino a 105-106. L’eccessivo apprezzamento dello yen potrebbe provocare seri danni all’economia giapponese.