Cambio euro/dollaro pronto al breakout di 1,31

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Negli ultimi giorni sul forex abbiamo assistito a un ritorno della forza della moneta unica nei confronti delle major currencies, in attesa del meeting della Bce di domani. Il tasso di cambio euro/dollaro è riuscito a tornare in area 1,31, sui livelli più alti da quasi un mese. Finora i venditori sono stati in grado di respingere gli assalti dei compratori, proprio su questo importante livello tecnico. Tuttavia, potrebbe essere in atto una fase di accumulazione sotto i top di periodo, che a breve potrebbe portare al breakout di 1,31.

I prezzi si stanno muovendo tra 1,3050 e 1,3080 ormai da molte ore. Il cross Eur/Usd ha trovato supporto tra 1,3050 e 1,3040, dove i compratori hanno potuto rafforzare la propria esposizione long sul cambio. In caso di breakout di 1,31, il cambio euro/dollaro dovrebbe salire almeno fino a 1,3130 – 1,3150. Se il trend dovesse poi rafforzarsi ulteriormente, è possibile un allungo fino a 1,32.

CAMBIO DOLLARO/YEN PERDE QUOTA 100 AI MINIMI DA 4 SETTIMANE

La negatività sul cambio Eur/Usd tornerebbe in caso di discesa sotto quota 1,3040, che favorirebbe il ritorno deciso sulla scena dei vendtori più attivi per spingere i prezzi verso 1,30 – 1,2980. Stamattina sarà molto importante verificare la reazione degli investitori ai dati macroeconomici dell’area euro. Saranno diffusi i dati sull’indice Pmi dei servizi e composito, il pil preliminare del primo trimestre e le vendite al dettaglio di aprile.

PREVISIONI SUL FRANCO SVIZZERO NEL 2013 SECONDO MIG BANK

Nel pomeriggio negli Stati Uniti il dato più atteso è quello relativo all’occupazione privata, con la stima ADP sui nuovi occupati per il mese di maggio. Attenzione anche all’indice Ism non manifatturiero. Intanto, secondo Ian Hatzius, chief economist di Goldman Sachs, la Fed potrebbe ridurre il piano di QE già a settembre. L’esperto, però, ritiene che una graduale exit strategy nella parte finale del 2013 sia possibile solo se i non-farm payrolls cresceranno a un ritmo mensile di 200mila unità e l’inflazione “core” inizierà a salire nuovamente.