Il cambio euro-dollaro tocca i massimi a tre mesi

Janet Yellen ha parlato dinanzi alla commissione Finanze della Camera affermando che, in relazione ai ritrovati rischi al ribasso per l’outlook economico, la FED potrebbe rallentare il ritmo della stretta sui tassi di interesse negli Usa.

Pertanto la Yellen ha ribadito che la politica monetaria dell’istituto con sede a Washington rimarrà ancora molto accomodante, malgrado lo scorso 16 dicembre sia avvenuto il primo rialzo del costo del denaro negli Usa dopo ben dieci anni. I tassi americani, dunque, saliranno quasi certamente a un ritmo più graduale rispetto a quello previsto i mesi scorsi.

La Yellen ha comunque evidenziato che, anche in caso di significativo peggioramento delle condizioni economiche e finanziarie, non dovrebbero esserci gli estremi per un taglio dei tassi di interesse dall’attuale range 0,25% – 0,50%. Sul forex il dollaro americano continua a mostrare una netta difficoltà a proseguire il suo rally di medio periodo, in particolare nei confronti delle monete dei paesi sviluppati. Le perdite maggiori stanno arrivando nel confronto con euro e yen. Il tasso di cambio Dollaro/Yen ha aggiornato i minimi da novembre 2014 poco sotto 114, mentre il cambio Euro/Dollaro è stato interessato da prese di beneficio dopo il boom di ieri fino a 1,1338.

In ogni caso l’incertezza sulle future mosse della FED, che sembra stia dando sempre meno indicazioni precise ai mercati sull’indirizzo di politica monetaria per i prossimi mesi, dovrebbe continuare a pesare sull’andamento del biglietto verde. Il cambio EUR/USD, oggi tornato in area 1,12, sembra destinato a raggiungere l’area di resistenza di 1,1450 – 1,15. Tuttavia non va escluso un ulteriore movimento rialzista fino al picco di fine agosto scorso in area 1,17. Da inizio anno il cambio Euro/Dollaro è in guadagno del 3,3%, ma dai bottom di inizio dicembre scorso di area 1,0520 la performance sale al 6,5%. La debolezza del greenback dovrebbe favorire l’oro, che da inizio anno è uno degli asset più acquistati. Lo sfondamento di 1.200$ appare possibile, con target di breve periodo individuabile intorno a 1.230$ – 1.250$ l’oncia.