Le possibili ripercussioni sui mercati del cambio della politica della Fed

Qualche cambiamento da un punto di vista di politica monetaria? No, diciamo di no: le aspettative degli operatori restano le medesime ed essi continuano a comprare in barba ai fondamentali e gli istituzionali che perdurano nel loro processo di distribuzione fino a che evidentemente riterranno che i prezzi possano crescere per poi procedere ad ampi alleggerimenti dei propri portafogli.

Questo il caso di questi giorni? Molto verosimile. Storno vero dell’azionario? Su questo ci permettiamo ancora di essere cauti: le condizioni affinchè ciò avvenga non sembrano ancora così vicine, ma non può essere negato che il timing in un’attività come il trading consente di cogliere ampi movimenti di prezzo pure in controtrend spiega Dailyfx. Era però importante osservare le chiusure giornaliere di ieri, per capire se questi ribassi potranno proseguire con veemenza anche nei giorni a venire.

La politica monetaria della Bce resterà accomodante per molto tempo

Ebbene, il recupero del S&P500 nel pomeriggio è stato importante ed ha consentito veloci riassorbimenti dell’offerta che hanno di fatto condotto a rotture  non confermate dell’area della confluenze grafiche tra 1.960 e 1.950 punti; indubbiamente la domanda a questi prezzi ha giocato la sua parte fondamentale e ciò sarebbe tanto più vero se assistessimo a superamenti di area 1.970, con prezzi buoni per acquisti e ripresa della tendenza principale dopo che il mercato ha spazzato via i compratori di massimi e riempito di gain i venditori dai punti di massimo. Meno palese questa dinamica sui principali indici europei, dove il clima di apertura potrebbe essere decisamente più interdittorio e le zone di conferma si trovano ben più in alto, vedi 9.750 per il Dax, 20.680 per il Ftse Mib, 6.690 per il Ftse di Londra e 3.180 per l’Eurostoxx.