
Stamane l’euro viaggia intorno a 1,4390, ossia sotto il livello massimo di 1,4404 toccato ieri ma al di sopra del livello minimo delle ultime tre settimane a 1,4254 toccato lunedì scorso.
Stamane l’euro viaggia intorno a 1,4390, ossia sotto il livello massimo di 1,4404 toccato ieri ma al di sopra del livello minimo delle ultime tre settimane a 1,4254 toccato lunedì scorso.
Stamane la divisa europea segna un lieve rialzo nei confronti del biglietto verde (+0,15%) e intorno alle 8:00 ora italiana raggiunge quota 1,4565/68 dollari.
Sebbene secondo le previsioni degli analisti un ulteriore rialzo dei tassi non avverrà nel corso della riunione di oggi, c’è grande attesa per la conferenza stampa che il presidente Jean Claude Trichet terrà subito dopo la riunione del Consiglio direttivo. La dialettica da lui utilizzata, infatti, solitamente anticipa le successive manovre della Bce.
La divisa europea mostra un andamento positivo anche nei confronti della sterlina dopo che i dati sull’indice manifatturiero del Regno Unito hanno allontanato la possibilità che la Bank of England proceda ad un rialzo dei tassi di interesse.
L’euro, tuttavia, resiste bene. Nonostante una parte considerevole di analisti ha parlato di ricoperture del dollaro, la possibilità di recupero del biglietto verde è fortemente compromessa dalla politica espansiva annunciata dalla Federal Reserve.
La morte del leader di al-Qaeda è stata confermata dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama e ha contribuito ad un rialzo dei principali indici azionari di tutto il mondo, compreso l’indice Nikkei 225 index che è riuscito a salire sopra il livello di 10.000 per la prima volta dopo il terremoto e lo tsunami, nonché ad un ribasso del prezzo del petrolio.
La moneta europea, dunque, continua a beneficiare della debolezza del dollaro causata in larga parte dai dati sulla crescita economica e sull’occupazione statunitense diffusi ieri e che in entrambi i casi si sono rivelati inferiori alle attese, mostrandosi così in linea con le dichiarazione della Federal Reserve, che due giorni fa aveva parlato di una crescita lenta e di un mercato del lavoro in forte difficoltà.
Entrambi i dati, infatti, sono risultati inferiori rispetto alle attese degli analisti. I dati relativi al Pil, in particolare, hanno evidenziato un rallentamento all’1,8% contro il 3,1% del precedente trimestre e contro il 2% previsto dagli analisti.
Durante il mese appena trascorso, infatti, sono stati creati 216.000 posti di lavoro, un dato superiore alle previsioni e che mostra un incremento di circa 230.000 posti in più nel settore privato. Il risultato testimonia il trend positivo della ripresa economica.