Piano UE-BCE per evitare crisi dell’euro

Le quotazioni attuali dell’euro nei confronti delle principali valute (dollaro, yen, sterlina) dovrebbero incorporare gran parte della probabilità di un’uscita della Grecia dall’unione monetaria. Tuttavia, a preoccupare i policy makers europei non è solo il paese ellenico, bensì soprattutto la possibilità di un effetto-contagio ad altri paesi (non solo periferici): Spagna, Portogallo, Italia, Irlanda, Belgio e forse anche la Francia. I timori per una grave crisi di liquidità in Spagna, stanno spingendo UE e BCE a preparare un piano anti-crisi sufficientemente robusto per fronteggiare eventuali crolli della fiducia.

L’Europa dovrebbe rispondere con tre “armi”: fondi salva-stati, interventi della BCE e fondo di garanzia sui depositi. Innanzitutto c’è l’obiettivo di aumentare la capacità di intervento dei fondi salva-stati EFSF ed ESM fino a 1.000 miliardi di euro: l’ESM passa da 500 a 750 miliardi, a cui vanno sommati i 250 dell’EFSF. Poi c’è allo studio l’incremento dei fondi a favore di Portogallo e Irlanda per 20-40 miliardi di euro e l’inizio degli acquisti dei titoli di stato in asta per 50 o addirittura 100 miliardi di euro.

GRECIA SEMPRE PIU’ VICINA A USCIRE DALL’EURO

La BCE, invece, dovrebbe far partire nuovamente le aste di rifinanziamento a lungo termine fornendo liquidità illimitata a basso costo alle banche europee. Si parla di una terza operazione LTRO a 3 anni all’1% per altri 500 miliardi di euro, ma anche di una nuova operazione LTRO a 5 anni per complessivi 500 miliardi di euro. L’Eurotower potrebbe anche riprendere il Securities Markets Programme (SMP), acquistando massicciamente titoli di stato dei paesi in difficoltà sul mercato secondario annunciando un tetto massimo dei rendimenti. L’intervento potrebbe raggiungere i 300 miliardi di euro.

TARGET EURO/DOLLARO 2012 SECONDO BANCHE D’AFFARI

Infine, per evitare una fuga incontrollata dei depositi dalle banche, verrebbe annunciato un meccanismo di garanzia europea per i depositi bancari. L’ultimo tassello arriverebbe dagli union-bond: la zona euro potrebbe annunciare una tabella di marcia per il collocamento di titoli di stato europei a medio-lungo termine per un controvalore di 300 miliardi di euro.