Finanza comportamentale

La finanza comportamentale si occupa di analizzare i comportamenti più diffusi degli investitori al fine di comprendere le conseguenze che questi possono avere sul fronte economico e di studiare eventuali strategie per trarre profitto da questi stessi comportamenti e tentare di investire in Borsa senza rischi, o quantomeno cercando di limitarli al minimo indispensabile.

Tra i comportamenti più diffusi studiati dalla finanza comportamentale troviamo la cosiddetta auto-attribuzione, ossia la tendenza degli investitori ad attribuite a loro stessi eventuali successi e ad accusare gli altri di eventuali insuccessi. Questo comportamento secondo gli esperti è dannoso perchè ci impedisce di imparare dai nostri errori, in quanto li interpretiamo come causati da altri.


Altro comportamento diffuso è la cosiddetta fallacia dell’investitore, ossia la tendenza a credere che se una certa quotazione si è mossa per tanto tempo in una direzione è probabile che a breve si muoverà nella direzione inversa. La teoria della prospettiva è invece una tendenza del tutto irrazionale che porta gli investitori a vendere troppo presto un titolo quando sale e troppo tardi quando invece scende.

E denominata lo specchietto retrovisore di Warrenn Buffett, invece, la tendenza a basare le scelte future su accadimenti passati, in questo modo la maggior parte degli investitori si ritrovano a manifestare una tendenza rialzista alla fine di una fase rialzista, quando invece bisognerebbe essere ribassisti, e viceversa.

Frequente è anche il conservatorismo, ossia la tendenza in forza della quale, una volta che ci siamo fatti un’opinione su un determinato tipo di investimento, tendiamo a sopravvalutare le opinioni e le notizie che la confermano e a sottovalutare quelle che, al contrario, la sminuiscono.

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