Gli indici della Borsa Americana registrano nuovi massimi

A dispetto dunque della congiuntura economica globale, delle varie dinamiche settoriali, delle politiche e dei piani industriali e delle strutture dei conti delle aziende, la facile reperibilità di dollari USA il cui rendimento è pressochè inesistente (volutamente sintetizziamo) avesse permesso il vero e proprio gonfiamento del prezzo delle azioni che appariva e tuttora appare di fatto inarrestabile nel momento in cui ancora sono in piedi le misure di iniezione di denaro nel sistema e i tassi di interesse restano radenti lo zero.

Ancora, la costante mancanza dal lato dell’offerta rende di fatto le salite sempre meno importanti ed i volumi appaiono sempre più scarichi, ma l’eccesso di domanda continua di fatto ad alimentare i prezzi e lo farà probabilmente fino a che le due condizioni appena accennate non muteranno in maniera più decisiva di quanto non sia successo finora. Null’altro potrebbe infatti cambiare le aspettative di operatori che continuano a comprare in barba ai fondamentali e di istituzionali che perdurano nel loro processo di distribuzione fino a che evidentemente riterranno che i prezzi possano crescere per poi procedere ad ampi alleggerimenti dei propri portafogli.

La relazione tra il dollaro Usa e le Borse americane

Le condizioni affinchè ciò avvenga non sembrano ancora così vicine, ed è proprio questo il punto: neanche dati che continuano ad essere lusinghieri sul fronte fondamentale del lavoro sono in grado di generare aspettative tali per cui esser vengano rapportate alle scelte di politica monetaria della Fed e quindi riflesse sui prezzi, si legge in DailyFx. Se così fosse le Borse dovrebbero iniziare a soffrire d’astinenza per la droga che non potrà essere più somministrata nei mesi a venire, e temere quanto meno che i famosi tassi a zero che ne sostengono i prezzi potranno essere sempre più lontani proprio dallo zero. Da qui l’importanza della forward guidance nel fornire stabilità ai mercati, anche se essa dipende in maniera esclusiva dalla credibilità della Federal Reserve che ha pure talvolta vacillato.