
I gestori obbligazionari sono preoccupati per l’eventuale rischio-contagio a paesi come Italia o Francia, per cui inevitabilmente si mantengono prudenti sui titoli di stato dei paesi semi-core e soprattutto periferici. Molti fondi pensione investono solo su bond con bassa volatilità, al di là del rating. La scorsa settimana ha sorpreso l’annuncio di Goldman Sachs, che ha fatto sapere di aver incrementato la sua esposizione sui BTP. Molti fondi sovrani, invece, hanno praticamente azzerato l’esposizione sull’Italia.
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Secondo Matteo Cominetta di Ubs, “il debito italiano scenderà nel decennio scongiurando rischi di insolvenza”. Il senior economist della banca svizzera ha una view positiva sull’Italia nel lungo periodo, ma ritiene che “sul breve ci possono essere tensioni”. Dello stesso avviso è anche Federico Chiaverini di Citigroup, che resta fredda sui titoli italiani nel breve periodo.
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Molto positiva sull’Italia è invece Allianz, che applaude l’operato dell’esecutivo Monti e ritiene solido il sistema finanziario e bancario. In linea generale, la maggior parte dei money manager ritiene che sia più prudente esporsi sulla parte breve della curva dei titoli di stato italiani (fra 2 e 5 anni) ed evitare ancora per un po’ le scadenze più lunghe (10 o 30 anni), in quanto maggiormente soggette alla volatilità di brevissimo periodo.