Indagini su Enel e Sorgenia mettono a rischio i titoli

Due colossi dell’energia, Enel e Sorgenia, sono finiti nel mirino dell’Antitrust che adesso indaga per comportamento scorretto delle aziende citate e potrebbe mettere a rischio le quotazioni dei titoli. 

L’Antitrust ha avviato due indagini su Enel e Sorgenia, sospettate di aver violato le norme sulla concorrenza applicando eccessivi costi di approvvigionamento a Terna, che si sono poi riversati in bolletta. Gli aumenti nelle bollette come spesso accade, sono mal digeriti dai consumatori che potrebbero aumentare la sfiducia nei riguardi dei marchi energetici. Il Garante spiega in una nota di aver notificato alle aziende l’avvio dei procedimenti oggi, nel corso di alcune ispezioni fatte in collaborazione con la Guardia di Finanza.

Enel e Sorgenia, le accuse sono chiare:

“avrebbero applicato prezzi eccessivamente gravosi nella vendita a Terna dei servizi di accensione dei propri impianti al minimo tecnico nell’area di Brindisi, indispensabili per garantire la tensione della rete elettrica locale”.

Enel ha ribadito di aver agito in modo legittimo e secondo il rispetto della normativa vigente in materia di concorrenza e prescrizioni regolatore vigenti. L’Antitrust ha iniziato a indagare su segnalazione dell’Autorità per l’energia.

Il fatto è che tra il 27 marzo e il 15 giugno 2016 Enel e Sorgenia hanno azzerato i programmi di produzione degli impianti di zona che sono risultati spenti e per questo Terna ha chiesto alle società di avviare alcune unità produttive sul mercato dei servizi di dispacciamento. L’Antitrust sintetizza:

“Tanto Enel Produzione quanto Sorgenia si sono, quindi, trovate nella condizione di fornitore indispensabile in talune fasce orarie del periodo in questione, posizione sulla quale sembrano aver fatto leva per imporre a Terna prezzi eccessivi, che parrebbero prima facie sproporzionati rispetto al costo del servizio offerto”.

Secondo l’Autorità per l’energia, il maggior costo pagato da Terna nei primi sei mesi del 2016 “è stato superiore di circa 320 milioni di euro rispetto alla spesa sostenuta nello stesso periodo dell’anno precedente.

 

Imprese e consumatori hanno pagato il maggior costo in bolletta.