Il dollaro americano continua il trend di crescita

La giornata di ieri non ha mostrato particolari dati macro economici. L’unico appuntamento di rilievo in abito dei mercati finanziari è stata l’audizione del Governatore Mario Draghi alla Commissione agli Affari Economici del Parlamento Europeo, che ha illustrato i risultati economici ottenuti in questi ultimi mesi per l’economia dell’Eurozona e, come facilmente prevedibile, non ha dipinto scenari rosei.

Valute paesi emergenti in profondo rosso nella prima parte del 2013

valute e commodity

Le valute dei paesi emergenti sono sempre più in difficoltà sui mercati internazionali, complice il rallentamento della Cina e le aspettative di riduzione del piano di quantitative easing della FED. Dopo l’annuncio di mercoledì sera di Ben Bernanke, circa la possibilità di azzerare il piano di acquisto di bond entro metà 2014, le valute dei paesi emergenti hanno messo a segno ribassi molto pesanti, complice il boom generalizzato del dollaro americano. Tra le valute più penalizzate troviamo il real brasiliano, la lira turca e il rand sudafricano.

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Euro verso 1,30 dollari dopo improvviso balzo tassi Usa

euro-dollaroLa giornata di ieri è stata caratterizzata da un brusco incremento dei tassi di interesse a lungo termine negli Stati Uniti, conseguenza diretta del costante miglioramento degli indicatori economici, come dimostrato dai recenti dati sui prezzi delle case e sulla fiducia dei consumatori. Inoltre, gli investitori iniziano a scontare la possibilità di una riduzione del piano di quantitative easing della Fed dagli attuali 85 miliardi di dollari al mese. Diversi membri del Fomc spingono per una diminuzione degli acquisti già a partire da giugno. Sul forex il dollaro è crollato.

Previsioni Dollaro USA 12 luglio 2012

Ieri sera le minute del Fomc, ovvero il braccio operativo della Federal Reserve, hanno messo in luce una spaccatura all’interno dell’istituto guidato da Ben Bernanke. In molti sono favorevoli all’adozione di nuove misure di stimolo monetario per sostenere l’economia, ma alla fine si è capito che non ci sarà alcun intervento se non in caso di brusco rallentamento della locomotiva a stelle e strisce. Le minute sono relative all’ultima riunione avvenuta lo scorso 19 e 20 giugno, quando la Fed aveva confermato i tassi tra lo 0% e lo 0,25% (minimo storico da dicembre 2008).