Crisi euro e crollo mercati azionari

Un cortocircuito finanziario e valutario di proporzioni, dimensioni e gravità rilevanti. Questo è quello che da qualche mese a questa parte rischia tutta l’Eurozona. Sono molte le variabili, non solo di natura speculativa, che premono nella direzione per cui l’euro non sia più la moneta rappresentativa di Paesi, quelli europei appunto, che sono tra di loro diversi, troppo diversi.

Da un lato c’è il rigore della Germania, dall’altro la situazione disastrata e disastrosa della Grecia che ora, stando alle ultime notizie, mira a indire un referendum popolare per conoscere la posizione dei cittadini in merito alle nuove tranche di aiuti che, provenienti dal Fondo Monetario Internazionale e dall’Unione Europea, dovranno scongiurarne il default.

Crisi euro e debiti sovrani

Creare in Europa una rete di protezione tale da soffocare ogni tentativo di speculazione sia sull’euro, sia sui debiti sovrani dei cosiddetti Paesi periferici dell’Eurozona. Questo è quanto, già da tempo, ai piani alti di Bruxelles stanno cercando di mettere a punto.

Purtroppo però le risposte della politica sono decisamente più lente di quelle che sono le dinamiche dei mercati azionari e valutari, ragion per cui tra i veti incrociati, e l’opposizione ad oltranza, l’Europa rimane ancora priva di strumenti tali da difendere una moneta unica dalla quale è impensabile, pena un effetto domino dirompente, che qualche Paese possa uscirne.

FMI promuove il Governo Italiano

Oggi si sono saputi i voti dati dal Fondo Monetario Internazionale ai Governi di tutto il mondo che hanno messo in piedi delle riforme anti-crisi.
Per quanto riguarda la “pagella” del governo italiano , il Fondo Monetario Internazionale si esprime con ottimi voti per quanto riguarda la crisi finanziaria, che si è fatta sentire di meno grazie a queste misure di emergenza.

FMI ha affermato che le politiche adottate dal governo italiano sono state la risposta giusta alla crisi economica , infatti le autorità Hanno resistito alle pressioni di introdurre nuove tasse e imposte, e sono riusciti anche a contenere il debito pubblico sotto la soglia da loro promessa.