Azioni Parmalat da comprare secondo Kepler Cheuvreux

Parmalat Scandal Rocks Italy

Gli analisti di Kepler Cheuvreux ritengono che le azioni Parmalat rappresentino ancora un’importante opportunità di investimento, pertanto hanno confermato rating “buy” sul titolo e target price a 2,50 euro.

In particolare, gli esperti della banca d’affari ritengono che la recente pressione derivante dalle vicende giudiziarie riguardanti l’acquisto dell’azienda possa portare Lactalis a prendere in considerazione l’ipotesi di un delisting del titolo. Tale ipotesi, tuttavia, a loro avviso è da escludere nel breve termine a causa del livello elevato di debito di Lactalis, che ammonta a circa 6 miliardi di euro.

Ipotesi delisting titolo Parmalat per pressioni Consob

Nonostante le diverse smentite arrivate nel corso degli ultimi mesi, gli analisti di Intermonte sono tornati ad ipotizzare una possibile uscita del titolo Parmalat dal listino milanese.

Il motivo è ancora una volta da ricercare nelle continue pressioni e intromissioni della Consob. Nei giorni scorsi, ricordiamo, la Commissione Nazionale per la Società e la Borsa ha depositato presso la Procura della Repubblica di Milano una denuncia nei confronti di Parmalat in merito all’acquisizione di Lactalis verso un corrispettivo di 904 milioni di dollari.

Ipotesi maxi dividendo Parmalat nel 2012

A Piazza Affari il titolo Parmalat continua anche oggi a viaggiare in territorio positivo segnando a metà mattinata un rialzo di oltre due punti percentuali a 1,735 euro.

Ad influire positivamente sull’andamento del colosso attivo nel settore alimentare sono soprattutto le indiscrezioni di stampa circolate nel corso degli ultimi giorni e che parlano della possibilità che l’azienda decida di uscire dal listino milanese, a cui si aggiungono quelle che invece ipotizzano la distribuzione agli azionisti un maxi dividendo.

Bilancio Parmalat primo semestre 2011

A Piazza Affari la quotazione Parmalat registra una flessione di quasi cinque punti percentuali a 1,806 euro, una performance negativa ricondotta in larga parte ai risultati deludenti registrati nel corso della prima metà dell’anno.

Nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2011, in particolare, il gruppo di Collecchio ormai nella mani dei francesi di Lactalis, ha realizzato ricavi per 2,15 miliardi di euro, ossia in crescita del 6% rispetto ai 2,03 miliardi realizzati nei primi sei mesi dello scorso anno.

Parmalat in calo per mancato risarcimento Standard & Poor’s

A Piazza Affari il titolo Parmalat segna una flessione del 4,40% a 2,478 euro sulla scia della decisione del Tribunale di Milano di accogliere solo in parte le richieste formulate dal gruppo di Collecchio. I giudici, in particolare, hanno condannato l’agenzia di rating Standard & Poor’s a restituire a Parmalat i corrispettivi percepiti per il rating “investment grade” attribuito dal novembre del 2000 e fino a poco prima del dissesto del 2003.

A causa del rating “sbagliato”, dunque, l’agenzia dovrà corrispondere a Parmalat parcelle per un ammontare complessivo pari a 784.000 euro, nonché le spese legali.

Assemblea Parmalat approva bilancio e dividendo 2011

Come ampiamente previsto Parmalat è ormai diventata francese. Durante l’assemblea di ieri Lactalis ha infatti imposto il suo management al gruppo di Collecchio, ottenendo il 62,77% dei voti e aggiudicandosi così 9 consiglieri su 11.

I 9 membri del nuovo Consiglio di amministrazione di Lactalis sono Antonio Sala, Marco Reboa, Francesco Gatti, Francesco Tatò, Daniel Jaouen, Marco Jesi, Olivier Savary, Riccardo Zingales e Ferdinando Grimaldi Quartieri. I restanti due membri eletti dalla minoranza sono Gaetano Mele e Nigel William Cooper. Francesco Tatò è stato inoltre nominato Presidente del Consiglio di Amministrazione.

Parmalat possibile aumento prezzo Opa Lactalis

A Piazza Affari la quotazione Parmalat segna un rialzo dell’1,25% a quota 2,592 euro, una performance positiva ricondotta in larga parte alle indiscrezioni di stampa secondo cui l’amministratore delegato del gruppo di Collecchio, Enrico Bondi, avrebbe intenzione di chiedere a Lactalis di alzare il prezzo della sua offerta portandolo a 2,8 euro per azione.

Alla luce di queste indiscrezioni, dunque, c’è grande attesa per la riunione del Consiglio di amministrazione di oggi pomeriggio, anche se esiste la concreta possibilità che il board non si esprimerà sul prezzo ma si limiterà a nominare un advisor, che con ogni probabilità sarà Morgan Stanley.

Contro offerta Parmalat improbabile per costo eccessivo

Dopo il balzo di ieri, quando ha segnato un incremento di ben undici punti percentuali ed è stata sospesa dalle contrattazioni per eccesso di rialzo, oggi la quotazione Parmalat torna alla normalità segnando in tarda mattinata un lieve rialzo dello 0,08% a 2,562 euro.

Le performance positiva registrata ieri ha seguito la notizia dell’Opa di Lactalis sulla totalità delle azioni Parmalat, un annuncio che ha immediatamente riacceso l’appeal speculativo sul titolo, che però è durato molto meno del previsto.

Opa Lactalis su totalità azioni Parmalat

A Piazza Affari stamane la quotazione Parmalat è stata sospesa per eccesso di rialzo e segna al momento un guadagno teorico di oltre 11 punti percentuali a quota 2,576 euro.

A spingere al rialzo l’azione dell’azienda di Collecchio è stato l’annuncio di questa mattina del gruppo francese Lactalis, che ha comunicato di aver lanciato un’offerta pubblica di acquisto volontaria e totalitaria sulle azioni di Parmalat verso un corrispettivo pari a 2,60 euro per azione, ossia un prezzo che include un premio del 21,3% rispetto alla media del valore della quotazione in Borsa di Parmalat nel corso dell’ultimo anno.

Granarolo proposta per Parmalat

Il presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari, nel corso di un’intervista rilasciata a La Stampa ha confermato che l’azienda da lui guidata farà parte della cordata italiana che tenterà di sottrarre Parmalat da una possibile acquisizione dei francesi di Lactalis.

Lo stesso Calzolari ha spiegato che entro la prossima settimana verrà inviata una proposta all’azienda di Collecchio, anche se prima bisognerà cercare di sciogliere il nodo dell’Antitrust.