Prezzo materie prime in rialzo, cotone ai massimi storici

La debolezza del dollaro favorisce senza dubbio tutti coloro che hanno deciso di investire nelle commodities, a dimostrarlo il rialzo registrato nell’ultimo periodo da tutte le materie prime. Ma del resto è cosa ormai nota che durante i periodi di instabilità economia e finanziaria, proprio come quello attuale, gli investitori preferiscono far confluire gran parte della propria liquidità in investimenti di questo tipo, o in alternativa parcheggiando gran parte dei propri soldi sui migliori conti deposito.

Questo orientamento comune, dunque, favorisce inevitabilmente l’innalzamento del costo delle materie prime, basti pensare ai livelli record raggiunti dall’oro nell’ultimo periodo.


Nelle giornata di ieri quasi tutte le commodities hanno chiuso la giornata in maniera positiva, tra i metalli preziosi il palladio ha raggiunto quota 611 dollari all’oncia segnando così il livello massimo degli ultimi nove anni. In salita anche il petrolio (82,52 dollari al barile), anche se i rialzi più marcati sono stati registrati dalle commodities agricole, con un rialzo del 3% registrato dal riso grezzo, del 2% dal cacao, e i livelli record registrati dal caffè e dai semi di soia.

Tra le commodities relative al settore agricolo, tuttavia, quella che spicca più di tutte è senza dubbio il cotone che nell’ultimo anno è addirittura arrivato a guadagnare il 90% e che non accenna a frenare la sua corsa al rialzo. Ieri il cotone ha chiuso a 128 centesimi a libbra, un rialzo favorito oltre che dalle speculazioni anche e soprattutto dal deterioramento delle previsioni sui raccolti, nonché dal crescente aumento di domanda da parte del mercato asiatico.

Stando alla situazione attuale, inoltre, il prezzo del cotone dovrebbe continuare a salire anche nel corso dei prossimi mesi, a farlo pensare una richiesta che non accenna a diminuire e un crescente interesse da parte dei fondi di investimento. C’è chi teme però che il crescente rialzo del cotone influisca anche sul prezzo di altre materie prime, in ragione del fatto che questa situazione porterà i coltivatori a preferire questo tipo di coltivazione sacrificandone altre, il cui prezzo andrà inevitabilmente ad aumentare.