Target price Intesa Sanpaolo alzato a 1,7€ da Credit Suisse

Intesa Sanpaolo

La view di Credit Suisse sulle banche italiane è molto positiva. La banca d’affari svizzera ha aggiornato diversi target price sulle azioni degli istituti di credito del Belpaese, evidenziando i limitati margini di downside e alzando contestualmente le stime di utile per azione del 6-7% per il prossimo biennio 2014-2015. Credit Suisse punta forte su Intesa Sanpaolo, che viene ritenuto l’unico titolo sul quale scommettere con decisione in borsa grazie anche alla valutazione corrente interessante. Il target price di Intesa Sanpaolo è stato alzato a 1,7 euro per azione.

Cambio euro/yen sotto 120 sui minimi a un mese

Il clima di forte avversione al rischio sta favorendo il maxi-rimbalzo dello yen, valuta rifugio utilizzata dagli investitori per i carry trade nelle fasi di mercato più stabili e favorevoli. D’altronde la moneta nipponica deve fare i conti con una politica fiscale e monetaria della Bank of Japan particolarmente aggressiva e volta alla svalutazione competitiva della valuta stessa. Tuttavia, quando c’è tensione e paura, la rapida uscita dai carry trade provoca violenti movimenti al rialzo dello yen, come sta accadendo tra l’altro nella fase attuale dei mercati.

Come funzionano i carry trade sullo yen

Da alcuni anni ormai esiste una forte correlazione inversa tra l’andamento dei mercati azionari e quello dello yen giapponese. La valuta nipponica è considerata, insieme al franco svizzero, al dollaro americano e alle valute dei paesi scandinavi, una valuta rifugio sui mercati internazionali. Quando c’è panico tra gli investitori quasi sempre si assiste a un rally dello yen, in quanto si va alla ricerca immediata di un porto sicuro. In realtà c’è anche un’altra motivazione alla base dei forti apprezzamenti della valuta nipponica in fasi di forte turbolenza dei mercati finanziari.

Conviene puntare ancora sul Dollaro australiano a fine 2012?

A partire dallo scorso 2 ottobre qualcosa è cambiato sul mercato del dollaro australiano, ovvero una delle valute ritenute tra le più solide al mondo. Infatti, la RBA – la Banca centrale del paese – ha deciso di tagliare inaspettatamente i tassi di interesse al 3,25% dal 3,5%, portandoli ai minimi dal 2009 e a un passo dai bottom assoluti del 3%. Da questo momento si è scatenato un pesante sell-off per la divisa australiana, che nel giro di pochi giorni ha perso più del 2% contro l’euro e l’1,4% contro il dollaro americano.