Il voto italiano non basterà per indebolire l’euro secondo Fxcm

Il voto shock italiano ha creato forti tensioni sui mercati finanziari. Anche il mercato forex è stato influenzato dall’esito delle elezioni in Italia, ma non c’è stato alcun terremoto valutario come si poteva magari prospettare considerando il forte rischio di instabilità politica nelle terza economia europea. Secondo la maggior parte degli analisti finanziari ci vorrà ben altro per indebolire l’euro, anche se nelle ultime tre settimane il mercato si è posizionato con decisione al rialzo sul dollaro americano.

Sul forex il tasso di cambio euro/dollaro è sceso fin sotto 1,2970, perforando temporaneamente la soglia psicologica di 1,30. E’ stato così toccato il livello più basso da oltre due mesi. Dai massimi di 1,3710 toccati il 31 gennaio scorso, il cambio euro/dollaro ha perso il 5,7%. Secondo Matteo Paganini, chief analyst di Fxcm, “la moneta unica europea sta soffrendo la forza generalizzata del dollaro che è stato acquistato e questo è dimostrato anche dalla discesa della sterlina e del dollaro australiano, scesi anch’essi con le vendite di rischio”.

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Secondo l’esperto del broker Fxcm, la forza generalizzata del biglietto verde fa capire che per ora “non è avvenuto un accanimeento territoriale sull’area euro”. L’analista di Fxcm ritiene che appare poco probabile che l’euro possa imboccare con decisione la strada del ribasso, a meno che la situazione non precipiti e l’incertezza politica italiana possa mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa della moneta unica.

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Paganini è convinto che “non sia ancora giunto il momento per assistere a vendite strutturali di euro”. L’analista finanziario pensa che il cambio euro/dollaro possa tornare in area 1,3250 nel breve termine, anche se poi bisognerà capire che direzionalità vorrà effettivamente prendere il mercato. L’esperto ritiene che, salvo nuove pesanti notizie negative sull’area euro, il mercato si concentrerà nuovamente sulla vendita di yen, dollari australiani e sterline.