La giornata di ieri è stata caratterizzata per le decisioni in tema di politica monetaria delle banche centrali, che hanno mantenuto i tassi fermi sui minimi di sempre. La Bce ha confermato i tassi allo 0,75%, ma le indicazioni più interessanti sono arrivate dalla conferenza stampa di Mario Draghi. Il numero uno dell’Eurotower ha rassicurato gli investitori internazionali sul proseguimento dell’aggiustamento fiscale dei paesi membri dell’Ue-17, in particolare dell’Italia che secondo Draghi andrà avanti nelle riforme anche con il “pilota automatico”.
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Euro sopra 1,30 dollari in attesa tassi Bce
Oggi è la giornata della Bce, che comunicherà ai mercati le proprie decisioni di politica monetaria. Gli investitori scontano una conferma dei tassi di interesse allo 0,75%, che resta pur sempre il minimo più basso dall’introduzione dell’euro. Tuttavia, c’è che si aspetta un’apertura da parte di Mario Draghi a un possibile taglio dei tassi nei prossimi mesi considerando che l’economia dell’area euro resta in recessione, tra l’altro particolarmente accentuata nei paesi periferici come Italia e Spagna. Sul forex l’euro prova a mantenere i supporti di breve periodo.
Euro prova a tenere supporto di 1,30 dollari in attesa Beige Book
Sul mercato delle valute stiamo assistendo a una fase di bassa volatilità ormai da inizio settimana. Il tasso di cambio euro/dollaro resta inserito all’interno di un trend discendente di breve periodo abbastanza solido e ciò implica che è possibile assistere a nuove discese delle quotazioni. Il primo marzo il cambio ha toccato il minimo più basso da oltre due mesi a 1,2966, ma da questo punto ha recuperato velocemente fino a tornare nella giornata di ieri a 1,3075.
Come difendersi se torna la crisi dell’euro secondo Bnp Paribas IP
Le nuove tensioni sullo spread dei paesi periferici dell’area euro hanno di fatto messo sotto pressione anche la moneta unica, che sui mercati valutari è in grosse difficoltà soprattutto sul dollaro americano. L’euro è sceso fin sotto 1,30 dollari, un evento che non accadeva ormai dallo scorso dicembre. Ogni volta che si ripresentano le tensioni sulla zona euro, i fund manager provano a difendersi con portfolios anti-crisi che considerano la diversificazione in monete diverse dall’euro. Tuttavia, rispetto allo scorso anno le cose sono cambiate.
Euro non fallirà secondo Credit Suisse
Alla Credit Suisse c’è ancora ottimismo sulle possibilità che l’euro esca a testa alta dalla fase di forte incertezza attuale, creata dall’esito inconcludente delle elezioni politiche italiane avvenute il 24 e 25 febbraio. Insomma, secondo gli esperti della banca d’affari elvetica l’euro supererà anche questa difficile prova come già avvenuto nei mesi precedenti, come ad esempio sul finire del 2011 o la scorsa estate. Brady Dougan, chief executive officer di Credit Suisse, ritiene che “si vede chiaramente che l’euro non è alla fine”.
Il voto italiano non basterà per indebolire l’euro secondo Fxcm
Il voto shock italiano ha creato forti tensioni sui mercati finanziari. Anche il mercato forex è stato influenzato dall’esito delle elezioni in Italia, ma non c’è stato alcun terremoto valutario come si poteva magari prospettare considerando il forte rischio di instabilità politica nelle terza economia europea. Secondo la maggior parte degli analisti finanziari ci vorrà ben altro per indebolire l’euro, anche se nelle ultime tre settimane il mercato si è posizionato con decisione al rialzo sul dollaro americano.
Sterlina ai minimi da luglio 2010 sul dollaro
Il trend discendente della sterlina diventa sempre più solido, soprattutto dopo il nuovo crollo avvenuto questa mattina a seguito della pubblicazione del deludente dato sull’indice Pmi manifatturiero nel Regno Unito. Il valore dell’indice è sceso sotto la soglia spartiacque tra crescita e contrazione economica di 50. Infatti il nuovo valore si è attestato a 47,9 punti, in forte calo rispetto ai 50,8 punti del mese precedente. Gli analisti finanziari si aspettavano un lieve miglioramento a 51 punti. La reazione della sterlina a questo dato macro è stata molto negativa.
Credit Suisse scommette sul rally dell’euro
Nonostante i deludenti macroeconomici, la crisi politica italiana e l’impennata degli spread, Credit Suisse ritiene che sia conveniente restare sovrappesati sulla moneta unica. Nel suo Research Monthly per il mese di marzo 2013, la banca d’affari svizzera consiglia di tenere in portafoglio l’euro e altre valute del vecchio continente, ma anche valute asiatiche e altre monete di paesi emergenti. La view della banca elvetica viene sottolineata da Joe Prendergast, head of global forex, fixed income e credit research per Credit Suisse.
Euro può scendere sotto 1,30 dollari con la crisi politica italiana
L’instabilità politica italiana, dovuta al risultato inconcludente delle recenti elezioni, rischia di creare un effetto domino anche al resto dei paesi europei, in particolare quelli più deboli della periferia continentale. L’impossibilità nel proseguire nel cammino delle riforme e del risanamento dei conti pubblici rende l’Italia molto vulnerabile agli attacchi degli speculatori, che da agosto scorso avevano dato fiducia al paese comprando Btp e azioni italiane. Ora la situazione si sta capovolgendo, come dimostrato dal crollo di Piazza Affari e dall’impennata dello spread.
Bernanke conferma piano di acquisto asset della Fed
Ben Bernanke ha parlato ieri pomeriggio davanti alla commissione bancaria del Senato Usa. Il numero uno della Fed ha ribadito che il piano di acquisto degli asset, noto come quantitative easing (QE), proseguirà ancora fin quando non si avranno significativi miglioramenti nell’economia e nel mercato del lavoro. Secondo quanto affermato da Bernanke, il piano di acquisto di titoli di stato e titoli garantiti da mutui ipotecari andrà avanti a tempo indeterminato al ritmo di 85 miliardi di dollari al mese. Il governatore della Fed ritiene che i benefici superano i potenziali rischi connessi al piano.