Su quali valute puntare nel secondo semestre 2012

Fare previsioni sul mercato internazionale delle valute è sicuramente un compito arduo, anche per i professionisti della finanza con grande esperienza alle spalle. Infatti, oggi i mercati finanziari hanno una dimensione monstre e soltanto il Forex mostra un turnover giornaliero da 4mila miliardi di dollari. Inoltre, esiste una forte correlazione tra i vari asset e le variabili in gioco, sia tecniche che macroeconomiche, sono numerose. Il ritorno delle turbolenze finanziarie legate alla crisi del debito europeo portano gli investitori a fare nuove valutazioni, in vista dell’inizio del secondo semestre dell’anno tra un mese e mezzo circa.

La valuta che si sta comportando meglio resta il dollaro americano, che però solo di recente ha mostrato un andamento molto positivo soprattutto nei confronti dell’euro. Infatti, è a partire da maggio che il cambio euro/dollaro ha messo il turbo verso il basso passando da 1,3280 a 1,2681 (minimo di oggi). La possibile uscita della Grecia dall’euro e il rischio-contagio agli altri paesi periferici sembra il preludio per una tempesta perfetta, che potrebbe generare il caos nella zona euro.

GRECIA SEMPRE PIU’ VICINA A USCIRE DALL’EURO

Gli investitori stanno snobbando gli asset in euro, mentre continuano ad acquistare dollari americani e yen giapponesi. Da valutare la posizione del franco svizzero, che potrebbe essere la sorpresa più clamorosa della seconda parte dell’anno: la speculazione internazionale potrebbe far crollare il peg di 1,20 deciso dalla SNB sul cambio euro/franco e far precipitare le quotazioni almeno fino alla parità.

TARGET EURO/DOLLARO 2012 SECONDO BANCHE D’AFFARI

Almeno per i prossimi 3-4 mesi sembra ancora conveniente restare alla larga da euro, sterlina, dollaro australiano e dollaro neozelandese, oltre che dalle hard currencies come l’oro e l’argento. E’ chiaro che la situazione potrebbe cambiare ancora, magari con qualche colpo di scena. Tuttavia, al momento il mercato crede nell’uscita dellaa Grecia dall’euro, mentre secondo Citigroup le attuali valutazioni del Bund incorporano anche il 15% di probabilità di disgregazione della zona euro.