Cos’è la Tobin Tax

La Tobin Tax è una tassa applicata sulle transazioni finanziarie allo scopo di stabilizzare i loro flussi e favorire un gettito alternativo per le casse pubbliche.

L’idea in realtà non è nuova, dal momento che in passato alcuni Paesi hanno tentato di prelevare fondi in questo modo. Dopo che l’idea fu lanciata nel 1972 da James Tobin, economista americano che vinse il premio Nobel nel 1981 e da cui la tassa prende il nome, il primo Paese a tentare l’esperimento fu la Svezia, che nel 1994 introdusse un prelievo dello 0,5% a tutti gli acquisti di titoli azionari e alle stock option.


Successivamente fu raddoppiata e applicata anche alle obbligazioni, fino ad essere abolita nel 1992 a causa della scarsità del gettito e di una considerevole fuga degli operatori dal Paese. In altre parole, dunque, l’esperimento non andò a buon fine. E’ per questo che adesso si mira ad introdurla se non a livello globale comunque in un considerevole numero di Paesi, altrimenti il rischio è che abbia un effetto controproducente andando a provocare una fuga degli investitori.

In Europa si è deciso di procedere mediante il ricorso alla procedura di cooperazione rafforzata, visto il parere negativo di alcuni dei 27 Stati membri. I Paesi che hanno deciso di adottarla sono Germania, Francia, Italia, Spagna, Austria, Belgio, Grecia, Portogallo, Slovenia e Slovacchia. E’ attesa il responso dell’Estonia.

In Italia i tecnici hanno mostrato di avere diversi dubbi, temendo soprattutto una fuga delle banche d’affari e dei loro clienti, tuttavia il governo ha deciso di correre il rischio ritenendo di non poter fare a meno di entrare a far parte del gruppo di Paesi che hanno scelto di aderire.

Per quanto riguarda la sua entità, si parla di una possibile aliquota dello 0,01 per cento sui derivarti e dello 0,1 per cento su azioni e obbligazioni.