
Si tratta di un’iniziativa nata da una proposta pubblicata sulle pagine Corriere della Sera a firma di Giuliano Melani, titolare di una società di leasing, e immediatamente accolta dal presidente dell’Associazione Bancaria Italiana Giuseppe Mussari.
Si tratta di un’iniziativa nata da una proposta pubblicata sulle pagine Corriere della Sera a firma di Giuliano Melani, titolare di una società di leasing, e immediatamente accolta dal presidente dell’Associazione Bancaria Italiana Giuseppe Mussari.
Secondo alcune tra le più importanti banche d’investimento nel corso dei prossimi anni l’emissione di CoCo Bond da parte delle banche europee registrerà una forte crescita per via della situazione di crisi che sta interessando l’economia del Vecchio Continente.
Tuttavia, molte tra le aziende che nel corso degli ultimi mesi hanno registrato delle buone performance risultano sottovalutate, circostanza che secondo gli esperti le trasforma in un’ottima opportunità di investimento.
Sarà proprio per questo che l’offerta di Poste Italiane si amplia di anno in anno. Recentemente, infatti, è stata introdotta una nuova tipologia di Buoni fruttiferi postali, adatta soprattutto a chi intende investire a medio e lungo termine.
Per allontanare il più possibile il rischio di perdita, dunque, occorre prestare molta attenzione alla fase di selezione dei titoli azionari su cui investire, diffidando da quelli di aziende la cui attività nel corso dell’ultimo periodo risulta caratterizzata da bassa crescita, elevata volatilità e flessione degli utili.
Gli analisti sono infatti concordi nel ritenere che i titoli di Stato a media durata inglobano un rischio di perdita di capitale piuttosto elevato, soprattutto in considerazione dell’ampio differenziale di rendimento rispetto al Bund tedesco registrato nelle scorse settimane.
Oltre che presso la propria banca, che in genere attiva il deposito titoli direttamente sul conto corrente applicando costi aggiuntivi, il deposito titoli può essere attivato anche presso Poste Italiane. Anche in questo caso, tuttavia, occorre aprire o essere già titolari di un conto corrente Bancoposta o di un libretto postale.
In altre parole, dunque, l’ammontare complessivo si è collocato nella parte alta della forchetta precedentemente indicata dal ministero dell’Economia e delle Finanze e che, ricordiamo, era compresa tra 1,5 e 3 miliardi di euro.