Tim, Vivendi richiede ufficialmente rimozione 5 consiglieri

Vivendi richiede ufficialmente la revoca dei cinque membri del cda di Tim in quota Elliott: lo ha fatto inviando una lettera ufficiale al board. La scure della società francese si abbatte nello specifico su Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Dante Roscini e Paola Giannotti de Ponti.

L’azienda di Bollorè, tra i maggiori azionisti di Tim propone al loro posto Flavia Mazzarella, Franco Bernabè, Gabriele Galateri di Genola, Rob van der Valk e Francesco Vatalaro, “tutti candidati indipendenti e di grande e comprovata esperienza” come sottolineato da Vivendi in una nota.

[Si chiede la rimozione perché i consiglieri] hanno mostrato una sostanziale mancanza di indipendenza e mancanza di rispetto per le più basiche e fondamentali regole della corporate governance, che hanno negativamente influenzato l’organizzazione e l’immagine di Telecom Italia. [I consiglieri suggeriti da Vivendi ] sono volti ad arricchire la composizione del consiglio di amministrazione con figure professionali altamente qualificate, aventi una consolidata esperienza tecnica, anche nel settore delle telecomunicazioni, ristabilendo conseguentemente l’unità e la coesione tra i membri dell’organo amministrativo, nonché incoraggiando una più efficace e uniforme azione da parte del consiglio. Inoltre tutti i candidati sono indipendenti ai sensi del Tuf e del codice di autodisciplina di Borsa Italiana e quattro di essi sono cittadini italiani.

L’attacco più forte da parte di Bollorè è stato lanciato nei confronti di Fulvio Conti, reo di essere stato secondo Vivendi, il regista della cacciata di Amos Genish come amministratore delegato.

Eegli, in qualità di presidente, ha dapprima fatto sì che il consiglio di amministrazione discutesse i risultati dell’impairment test e la successiva svalutazione delle immobilizzazioni immateriali in una occasione inusuale quale quella dell’approvazione della relazione finanziaria trimestrale, opponendosi a che il consiglio di amministrazione discutesse del recovery plan predisposto dall’amministratore delegato. Subito dopo, come ricordato, ha convocato d’urgenza il consiglio per rimuovere Amos Genish approfittando della sua assenza.

Una cosa è certa: la partita è tutt’altro che chiusa.