Differenza tra azioni ordinarie e azioni di risparmio

Le azioni di risparmio sono delle azioni particolari che, rispetto a quelle ordinarie, prevedono a favore del titolare il diritto ad ottenere il pagamento di un dividendo maggiore rispetto a quello riconosciuto alle azioni ordinarie. Per contro, tuttavia, i titolari delle azioni di risparmio non godono del diritto di voto nelle assemblee ordinarie e straordinarie.

Queste, dunque, sono le due sostanziali differenze tra le azioni ordinarie e le azioni di risparmio, caratteristiche diverse che fanno di queste ultime uno strumento a cui ricorrono soprattutto i risparmiatori, ossia coloro che mirano ad ottenere un buon rendimento sul capitale investito e che non hanno alcun interesse ad intervenire nella gestione della società.


Per lo stesso motivo, contrariamente a quanto si possa pensare, le azioni di risparmio non sono le più scambiate sul mercato, proprio perchè l’intento di chi le acquista nella maggior parte dei casi non è speculativo.

Le azioni di risparmio, tuttavia, stanno pian piano scomparendo. Sono sempre meno, infatti, le società che scelgono di emettere questa particolare categoria di azioni a fronte del fatto che risultano particolarmente onerose per le casse societarie.

Le società che scelgono di emettere azioni di risparmio, inoltre devono in un certo senso apportare delle modifiche alla propria struttura, andando ad istituire due diverse figure che hanno il compito di tutelare gli interessi dei titolari di tali azioni, non potendo questi esprimere il loro voto nel corso delle assemblee. Si tratta dell’assemblea speciale, che ha il compito di approvare le delibere dell’assemblea qualora queste pregiudichino i diritti dei titolari delle azioni di risparmio, e del rappresentate comune, che ha invece, il compito di provvedere all’esecuzione delle delibere dell’assemblea speciale e a cui è riconosciuta la possibilità di assistere alle assemblee sociali.

In ogni caso le azioni di risparmio, essendo azioni qualificate come “speciali” e trattandosi di azioni che non conferiscono ai titolari il diritto di voto in assemblea, non possono costituire più del 50% del capitale sociale.