Tassi USA potrebbero restare fermi fino al 2017

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Mentre la Bce si avvia a tagliare il costo del denaro, negli Stati Uniti non dovrebbero esserci grosse novità per parecchio tempo ancora. E’ quanto emerge dal consensus degli analisti e dalle proiezioni del mercato stesso. Tuttavia, qualche operatore finanziario ricorda che in passato la Fed si è spesso mossa in modo precipitoso sui tassi di interesse, a causa di forti pressioni provenienti dal mercato valutario o dalla politica. Si tratta di un’ipotesi che non può essere scartata del tutto. Pimco, principale gestore obbligazionario al mondo, consiglia di tenere sotto controllo il tasso ufficiale reale di lungo periodo atteso.

Si tratta della media dei tassi sui federal funds, ovvero i tassi di riferimento della Fed, corretti per il valore dell’inflazione nei successivi dieci anni. Al momento questo tasso è a -1,33%, ma i mercati si aspettano che scenderà a -1,98% entro il 2017. Per questa data è previsto un punto di minimo e quindi la possibilità di una ripresa dei tassi. Insomma, i tassi Usa dovrebbero restare fermi per altri quattro anni.

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Pimco fa notare che questo indicatore è molto importante e che in passato la relazione tra crescita potenziale del pil e tasso ufficiale reale è stata spesso valida, tranne che in momenti storici molto particolari come poco dopo lo scoppio della crisi del 1929: i tassi ufficiali reali restarano elevati, ma finirono per aggravare la depressione. La lezione è servita negli ultim anni, con la Fed che si affrettò a tagliare i tassi dopo la grave crisi del 2007-2008.

PREVISIONI ANDAMENTO VALUTE NEL 2013

Pimco ha provato a fare una previsioni sui tassi ufficiali reali di lungo periodo, ipotizzando una flessione del potenziale di crescita del pil Usa dal 2% circa attuale all’1,5% entro il 2023. Il risultato è che il tasso ufficiale reale medio annuale di lungo periodo dovrebbe attestarsi a -1% all’anno. Questa view dovrebbe portare a rendimenti positivi sull’obbligazionario Usa, ma la Fed potrebbe cambiare strada e alzare i tassi prima del previsto in caso di pressioni politiche interne o movimenti particolari sul mercato valutario.