Tassi di interesse Bce invariati ad aprile 2013

La Banca centrale europea al termine della consueta riunione mensile di politica monetaria tenuta oggi ha comunicato di aver mantenuto invariati i tassi di interesse allo 0,75%.

Si tratta quindi del nono mese consecutivo in cui l’istituto con sede a Francoforte conferma l’attuale livello dei tassi, nell’attesa che si verifichi la prospettata ripresa economica nel corso della seconda metà dell’anno.

Draghi deve tagliare i tassi secondo Christine Lagarde (Fmi)

La prolungata recessione in Europa inizia a preoccupare il Fondo Monetario Internazionale, che è un partner dell’Ue e della Bce nell’ambito del programma di aiuti finanziari ai paesi della periferia europea maggiormente in difficoltà. Christine Lagarde, direttore del Fmi, ha espresso il suo disappunto per l’eccessiva rigidità delle autorità europee nella gestione della politica monetaria nell’area euro. Lagarde ritiene che la Bce ha ancora margine per tagliare i tassi di interesse. La signora Lagarde fa notare che finora ci sono stati miglioramenti solo dal lato finanziario, ma non a livello di economia reale.

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Euro supera 1,31 dollari grazie alla “garanzia Draghi”

La giornata di ieri è stata caratterizzata per le decisioni in tema di politica monetaria delle banche centrali, che hanno mantenuto i tassi fermi sui minimi di sempre. La Bce ha confermato i tassi allo 0,75%, ma le indicazioni più interessanti sono arrivate dalla conferenza stampa di Mario Draghi. Il numero uno dell’Eurotower ha rassicurato gli investitori internazionali sul proseguimento dell’aggiustamento fiscale dei paesi membri dell’Ue-17, in particolare dell’Italia che secondo Draghi andrà avanti nelle riforme anche con il “pilota automatico”.

Euro sopra 1,30 dollari in attesa tassi Bce

Oggi è la giornata della Bce, che comunicherà ai mercati le proprie decisioni di politica monetaria. Gli investitori scontano una conferma dei tassi di interesse allo 0,75%, che resta pur sempre il minimo più basso dall’introduzione dell’euro. Tuttavia, c’è che si aspetta un’apertura da parte di Mario Draghi a un possibile taglio dei tassi nei prossimi mesi considerando che l’economia dell’area euro resta in recessione, tra l’altro particolarmente accentuata nei paesi periferici come Italia e Spagna. Sul forex l’euro prova a mantenere i supporti di breve periodo.

Credit Suisse scommette sul rally dell’euro

Nonostante i deludenti macroeconomici, la crisi politica italiana e l’impennata degli spread, Credit Suisse ritiene che sia conveniente restare sovrappesati sulla moneta unica. Nel suo Research Monthly per il mese di marzo 2013, la banca d’affari svizzera consiglia di tenere in portafoglio l’euro e altre valute del vecchio continente, ma anche valute asiatiche e altre monete di paesi emergenti. La view della banca elvetica viene sottolineata da Joe Prendergast, head of global forex, fixed income e credit research per Credit Suisse.

Spread Btp-Bund a 500 con governo debole secondo IG

Secondo quanto dichiarato dal broker IG, c’è un 20% di possibilità che dalle urne possa venir fuori un governo debole, caratterizzato da una maggioranza forte alla Camera e una risicata al Senato. Nello studio presentato dal broker, dal titolo “Mercato ed Elezioni 2013: the day after”, viene evidenziata la preoccupazione dei mercati per uno scenario del genere. Secondo Vincenzo Longo, market strategist di IG, un governo italiano debole spingerebbe lo spread Btp-Bund verso 500 punti base. A questo punto l’Italia sarebbe costretta a chiedere aiuto alla Bce e a ricorrere al piano Omt.

Forex euro/dollaro ai minimi da tre settimane verso 1,33

Il tasso di cambio euro/dollaro continua a evidenziare un andamento lateral-ribassista di breve periodo e attualmente scambia in area 1,3330 in questo inizio ottava sui mercati internazionali delle valute. Dalla riunione del G-20 di Mosca non sono arrivate dichiarazioni particolarmente rilevanti sul tema della “guerra delle valute” e quindi sulla sopravvalutazione dell’euro o l’eccessiva svalutazione dello yen. Banchieri centrali e ministri finanziari hanno liquidato la questione, affermando che la guerra valutaria semplicemente non esiste. Sul forex l’euro resta debole nei confronti del dollaro americano.

Euro debole sul forex per timori sull’economia europea

A partire da ieri mattina sono tornate le vendite sull’euro, che sui mercati valutari è tornato a perdere valore nei confronti delle principali valute mondiali. A mettere un freno al rally della moneta unica non sono, però, i dibattiti sulla cosiddetta “guerra valutaria” bensì motivazione di carattere fondamentale. Ieri sono stati pubblicati i dati macroeconomici relativi ai pil dei principali paesi della zona euro (Germania, Francia, Italia). I risultati sono stati deludenti e inferiori alle attese, senza contare che nell’ultimo trimestre del 2012 c’è stata una contrazione dell’economia su valori negativi.

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Euro verso 1,33 dollari dopo dati macro negativi

Giornata molto negativa per l’euro sui mercati internazionali, a causa della pubblicazione di una serie di dati macroeconomici che sono risultati negativi e inferiori alle attese degli analisti. In mattinata erano stati pubblicati i dati preliminari sul pil di Francia e Germania, che hanno evidenziato una flessione peggiore del previsto nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Poi è toccato al pil dell’intera area euro. Nel quarto trimestre 2012 il pil dell’Ue-17 è diminuito dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2011.

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Forex rally dell’euro ai titoli di coda?

La scorsa ottava ha visto l’euro iniziare a perdere terreno nei confronti delle principali valute mondiali, dopo alcune settimane positive. Il rally della moneta unica è stato temporaneamente fermato da alcune dichiarazioni market sensitive, in particolare quelle del presidente francese Francois Hollande – che ha chiesto di frenare la corsa dell’euro – quelle giunte dalla conferenza stampa di Mario Draghi. Il numero uno della Bce ha affermato che l’euro va bene così, ma l’Eurotower terrà d’occhio l’andamento del cambio se dovessero esserci ripercussioni sulla stabilità dei prezzi e sulla crescita.