Rendimento buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione

Secondo gli esperti i Buoni postali indicizzati all’inflazione rappresentano una valida alternativa ai Btp al fine di proteggere i propri risparmi, soprattutto in un periodo come quello attuale in cui i mercati finanziari sono caratterizzati da un’elevata volatilità.

Tra i vantaggi dei Buoni postali indicizzati all’inflazione, infatti, figura anche la possibilità di investire piccole somme di denaro, addirittura a partire da 50 euro. Inoltre non presentano rischi in quanto garantiscono la restituzione del capitale inizialmente investito, sono garantiti dallo Stato attraverso la Cassa Depositi e Prestiti e sono esenti da commissioni.


I Btp in genere sono più redditizi rispetto ai Buoni postali, sono maggiormente sensibili alle variazioni dei tassi di interesse e risentono delle eventuali tensioni finanziarie, per cui venderli durante una fase piuttosto negativa o in anticipo rispetto alla scadenza può portare a subire delle perdite.

Da febbraio, in particolare, Poste Italiane ha lanciato sei nuove serie di Buoni postali indicizzati all’inflazione. Quelli di durata decennale prevedono un rendimento fisso pari all’1,35% alla fine del primo anno, pari all’1,45% alla fine del secondo anno e all’1,70% alla fine del terzo anno, mentre a partire dal quarto anno e fino ad arrivare al decimo il rendimento è dello 0,90%, tuttavia sia il capitale che gli interessi vengono rivalutati in base all’inflazione maturata nel periodo tenendo conto delle misurazioni dell’Istat.